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Tubercolosi nel carcere di Bancali, la Asl di Sassari rassicura: «Nessun rischio»

di Davide Pinna
Tubercolosi nel carcere di Bancali, la Asl di Sassari rassicura: «Nessun rischio»

Le radiografie non hanno mostrato «casi attivi», dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi per un focolaio

04 luglio 2024
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Sassari È possibile tirare un sospiro di sollievo, al termine delle procedure di screening: a Bancali non esiste un pericolo di contagio di tubercolosi. Lo ha comunicato ieri con una nota la direzione sanitaria della Asl 1 al direttore della casa circondariale, Francesco Cocco, in attesa dell’incontro previsto per oggi.
La buona notizia arriva dopo l’allarme lanciato a fine giugno dalla Camera Penale “Enzo Tortora” di Sassari. Il caso di tubercolosi registrato ad aprile su un detenuto trasferito a gennaio dalla penisola è rimasto isolato, anche grazie alle misure di prevenzione messe in atto, ma nell’ultima settimana il quadro poco chiaro ha alimentato i timori di chi vive all’interno del sistema carcerario, dai detenuti agli agenti penitenziari, passando per avvocati e personale amministrativo.

Ultimo intervento quello della garante regionale dei detenuti Irene Testa, che aveva denunciato come la situazione poco chiara e preoccupante stesse rendendo ancora più difficile la situazione «in uno dei peggiori istituti penitenziari dell’isola, che versa già da tempo in condizioni di abbandono». Nei giorni scorsi, erano intervenuti i sindacati della polizia penitenziaria e gli avvocati sassaresi, oltre che il garante comunale dei detenuti Gianfranco Favini.

Ad alimentare le preoccupazioni, un documento interno alla Asl datato al 20 giugno e trapelato nei giorni successivi, che presentava una serie di dati inquietanti, relativi ad un alto numero di detenuti, agenti e dipendenti dell’amministrazione penitenziaria positivi ad alcuni esami. Fonti sanitarie spiegano, però, che si trattava di controlli, come il Quantiferon test, in grado soltanto di rilevare se il paziente sia mai entrato in contatto con il virus della tubercolosi, ma non se sia o no malato in quel preciso momento.
Questi ultimi approfondimenti sono stati svolti con le radiografie toraciche e, ieri, al termine di questa lunga campagna di screening, è arrivato il verdetto, prontamente comunicato alla direzione della casa circondariale: «Non sono stati finora riscontrati casi di tubercolosi in fase attiva di contagio all’interno dell’istituto, tra tutto il personale sanitario, i pazienti reclusi, la polizia e il personali dell’amministrazione penitenziaria». Il paziente zero era stato un detenuto arrivato a Bancali da una struttura della penisola a gennaio, accompagnato da un certificato che ne attestava le buone condizioni di salute. Dopo qualche tempo, però, l’uomo è stato colpito da febbre e gli esami hanno confermato che si trattasse di tubercolosi. Malattia che, secondo le fonti sanitarie, sarebbe stata contratta dal detenuto prima del trasferimento nel carcere di Sassari.


 

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