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Il caso

Sassari, Comune e impresa finiscono in tribunale per la scuola mai nata di Ottava

Sassari, Comune e impresa finiscono in tribunale per la scuola mai nata di Ottava

Il progetto all’avanguardia valeva 1,5 milioni e prevedeva la realizzazione di materne, elementari e di spazi dedicati ai cittadini della borgata. Otto anni dopo l’avvio dell’iter, nel cantiere non si è mai visto un operaio

21 luglio 2024
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Sassari Sarebbe dovuta diventare la scuola del futuro, ma probabilmente sarà soltanto un’occasione mancata. A Ottava, nello spiazzo sterrato fra via Murenu e la ex 131, gli unici segni del cantiere mai nato per la nuova scuola comunale sono una recinzione malconcia e un cartello dei lavori sbiadito dal sole.

Da queste parti non si sono mai visti né operai né macchinari, gli unici lavoratori che si interesseranno del progetto nato ai tempi della giunta di Nicola Sanna sono gli avvocati che rappresenteranno in tribunale il Comune e l’impresa Ge.Di. Group, impegnati ormai da tempo in uno scontro a colpi di carte bollate e richieste di risarcimento. La ditta pugliese ora ha citato in giudizio l’ente locale, non si conosce la quantificazione del danno formulata dai suoi legali, ma una cifra a cui far riferimento c’è: il milione e mezzo posto a base d’asta.

Non dev’essere nato sotto una buona stella, nel 2016, l’ambizioso progetto della giunta guidata da Nicola Sanna. Sede di una scuola dell’infanzia da 75 posti e di una scuola elementare per 125 bambini, ma anche civic center, con uno splendido giardino olivetato, orti urbani e didattici e una palestra indipendente a servizio della borgata.

Quasi dieci anni dopo la formulazione del primo embrione del progetto, ci sono invece solo erbacce secche, che destano anche qualche preoccupazione, se si parla di prevenzione degli incendi. Le cose andarono male fin da subito: nel 2018 sindaco e assessori prevedevano la conclusione dei lavori per l’anno successivo, invece si dovette attendere aprile del 2021, per la consegna del cantiere all’impresa Ge.Di. di Altamura (Bari).

Proprio gli ulivi che avrebbero dovuto essere i protagonisti del nuovo complesso, immaginato come punto di partenza per il rilancio di Ottava, furono al centro dei primi scontri fra Comune e azienda. Nessuno si era reso conto che alcuni degli alberi presenti nell’area andavano espiantati, operazione che prevede un nulla osta da parte della Provincia. Per mesi, Ge.Di. e Comune si rimpallarono le responsabilità, alla fine fu l’ente locale a ottenere le autorizzazioni e a espiantare gli ulivi, «senza oneri per l’impresa, nonostante fossero previsti nel progetto e nel quadro economico» scrivono gli uffici di Palazzo Ducale.

Passò un altro anno, prima della nuova consegna del cantiere, ma le cose non migliorarono. Prima il Comune lamentò la sistemazione maldestra della recinzione, tanto da impedire l’accesso al terreno confinante. Poi continuò a ordinare all’impresa di dare avvio ai lavori di movimento terra, senza ottenere mai nessuna risposta.

A marzo del 2023, quando i 270 giorni previsti nel contratto per concludere i lavori erano scaduti da ormai due mesi, lo stato di avanzamento era fermo all’1%. A quel punto, il Comune ha deciso di risolvere il contratto con l’impresa, accusandola di gravi inadempimenti. Posizione non condivisa da Ge.Di. che, a giugno, ha notificato a Palazzo Ducale la citazione in tribunale. Saranno dunque i giudici, a dirimere la controversia, ma questo probabilmente poco importa dalle parti di Ottava, sempre più dimenticata e lontana dal capoluogo.

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