Sassari, linea dura del Comune: chiuso un ristorante al Corso
Le indagini della polizia locale hanno accertato numerosi illeciti tra cui i servizi igienici non idonei
Sassari Anche il più lungo dei viaggi comincia con un primo passo e tutti si augurano che la chiusura del ristorante etnico in corso Vittorio Emanuele più volte al centro di episodi poco edificanti, sia solo l’inizio di un percorso che porterà alla rinascita del centro storico. Provvedimento che segue di poche ore le dichiarazioni rilasciate alla Nuova Sardegna dal sindaco Giuseppe Mascia tracciando le linee del suo mandato. «Vogliamo riportare serenità e vivibilità nella nostra città» è la dichiarazione con la quale lo stesso Giuseppe Mascia, ribadisce il suo impegno all’indomani del primo provvedimento adottato per restituire il centro storico alla legalità e alla sicurezza.
La chiusura è stata decisa al termine di una serie di controlli disposti d’intesa col comandante della polizia locale Gianni Serra, che hanno permesso di accertare una lunga serie di irregolarità su diversi versanti. La polizia locale ha potuto accertare numerosi illeciti di natura commerciale, mentre la polizia edilizia e ambientale ha accertato la difformità tra la pratica presentata agli uffici tecnici del Comune e la situazione reale, tra servizi igienici inidonei (il bagno era impresentabile) e altri elementi che ne precludono l’agibilità, tanto che le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità del tecnico che ha redatto e sottoscritto la pratica visto che potrebbero essere stati prodotti certificati falsi.
All’intervento hanno collaborato anche i Nas, gli uffici di igiene pubblica e lo Spresal dell’Asl, e non resterà un caso isolato: accogliendo le segnalazioni arrivate da numerosi cittadini, residenti e non solo, l’amministrazione comunale ha deciso di rafforzare il presidio di polizia in quella zona, attraverso la presenza costante di dieci agenti di pattuglia.
Per i residenti è una boccata d’ossigeno anche se tutti sono consapevoli che non può bastare la chiusura di un locale malfamato e fuori norma a sanare una situazione incancrenita nel corso degli anni: «La nota positiva è che il registro sembra essere cambiato, c’è una nuova visione per cui certe cose non si possono proprio fare» commenta Salvatore Spada, operatore culturale, ex presidente dell’Intergremio e residente da sempre nel centro storico.
«Il sassarese sa essere accogliente ma questo non vuol dire che la gente possa prendersi la libertà di fare quello che vuole – aggiunge –. Quando questi fenomeni sono cominciati si tendeva a minimizzarli ed è stato un grave errore, prendere coscienza della situazione è un grande passo. Ci eravamo quasi arresi perché se lasci tutto senza regole e fai credere alla gente che può fare impunemente quello che vuole è un disastro».
Spada sposa anche l’idea di rivitalizzare il centro con tante iniziative: «A volte basta anche poco, nei vicoli vicino a casa ci sono state belle serate anche solo con un torneo di mariglia. Ma le idee possono essere tantissime, su più fronti. Il Comune potrebbe individuare delle associazioni per organizzare gli eventi, e credo che i gremi potrebbero rivestire un ruolo centrale. Di sicuro angoli e piazze da valorizzare non mancano».