Pozzomaggiore, il rogo prosegue. Il sindaco: «Chiediamo lo stato di calamità»
Fiamme alte 30 metri ed ettari in fumo nell’agro del paese. In campo tre canadair, due elicotteri, agenti della forestale, Forestas, protezione civile e barracelli. Il primo cittadino Soro: «Ora è tempo della conta dei danni. Tanti. Troppi»
Pozzomaggiore Fiamme alte 30 metri e diverse centinaia di ettari di pascolo e macchia mediterranea in fumo nell'agro di Pozzomaggiore, oggi mercoledì 31 luglio. Sul posto una catena di solidarietà da parte dei paesi limitrofi. Sul posto da ieri, martedì 30 luglio, a far fronte al rogo tre canadair, due elicotteri, gli agenti della forestale, quelli di Forestas, ma anche la protezione civile di Bonorva, i barracelli di Pozzomaggiore, quelli di Bonorva, Cossoine, Mara e Padria e numerosi volontari che con i propri camion hanno trasportato cisterne d'acqua per coadiuvare i mezzi a terra e ridurre il danno.
Le operazioni non sono state sufficienti, anche oggi le fiamme hanno ripreso la loro foga. Lo sfogo del sindaco Mariano Soro: «Ringraziamo i soccorsi e i volontari che si sono prodigati per salvare il nostro territorio. Domani sarà tempo dalla conta dei danni. Tanti. Troppi. Chiederemo alla Regione lo stato di calamità».
È l'ennesimo colpo al cuore per la Sardegna che dall'inizio dell'estate si trova a fronteggiare la devastazione portata dalle fiamme. A fare la conta dei danni è ancora una volta un comune del Meilogu. L’ enorme incendio, divampato nella mattinata di ieri, ha interessato il territorio di Pozzomaggiore nelle località di Simanari, in cui secondo le prime ricostruzioni avrebbe preso origine, per stendersi poi in Monte murale, su Fraile, Pedradde, Monte Maggiore, Coghinadolzu fino a raggiungere parte del territorio del Comune di Sindia. Il vento e le alte temperature hanno agevolato la ripresa delle fiamme dalle prime ore del mattino di oggi.
Sul posto hanno lavorato senza sosta due canadair, due Superpuma unitamente ai mezzi a terra e ai volontari riuscendo a domare le fiamme solo nel tardo pomeriggio. «Gli incendi, siano essi dolosi o colposi, stanno diventando un gravissimo problema sociale della nostra isola - prosegue Soro -. I danni provocati fino ad oggi sono inestimabili. Ci vorranno decine di anni per riprenderci. La Regione deve intervenire e la tecnologia può essere utile. Sarà necessario dotare il territorio di droni e altri mezzi che consentano di tutelare il nostro territorio. Da sindaco dico basta. Invito gli artefici a fermarsi. Bruciare la nostra terra fa del male a tutti».