Accusato di stalking, la figlia lo difende e viene assolto
La giovane ha smentito le accuse della madre nei confronti dell’uomo 49enne sassarese
Sassari Una settimana fa, sentita in tribunale come testimone, aveva smentito che suo padre per lungo tempo – così come era scritto nella denuncia – avesse perseguitato sua madre. E aveva potuto farlo perché, una volta diventata maggiorenne, era stata citata in aula nel processo a carico del genitore.
L’uomo, un 49enne sassarese, era finito a giudizio con l’accusa di stalking e a denunciarlo era stata proprio la sua ex compagna, con la quale aveva avuto una figlia. La stessa che in aula qualche giorno fa ha scagionato il padre, fino a farlo assolvere nell’udienza di ieri mattina. Subito dopo la sua deposizione, al termine della discussione nel processo che si è celebrato davanti al giudice Paolo Bulla, il pubblico ministero Ilaria Achenza aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato ritenendo, all’esito del dibattimento, che le accuse mosse contro l’uomo fossero calunniose. Sulla stessa linea dell’avvocato difensore Giuseppe Onorato che nella sua precisa ricostruzione dei fatti aveva evidenziato come più di tutto fosse stata la deposizione della ragazza a smontare “il castello di bugie” costruito dalla donna.
Quest’ultima, nella denuncia, aveva raccontato di avere paura per la propria incolumità e di esser stata costretta, in seguito ai comportamenti dell’imputato, a cambiare abitudini di vita tanto da evitare di uscire e di frequentare altre persone. Aveva poi parlato di continui insulti e offese che avrebbe ricevuto dal compagno che l’avrebbe più volte minacciata con parole e frasi del tenore “mignotta, miserabile, infame. Non uscire nelle scale perché ti schiaccio la testa se vengono gli sbirri a casa mia ...».
Decisiva, per la sentenza di assoluzione, è stata – oltre alle altre argomentazioni difensive – la testimonianza della figlia della coppia che aveva spiegato al giudice come fin da quando era piccola la madre l’avesse sempre allontanata dal padre inventando falsità sul suo conto e accusandolo di cose non vere. Come quando le disse che era stato lui ad averle incendiato tre macchine. Salvo poi scoprire che non era così. Crescendo si sarebbe resa conto di come quelle che per anni aveva sentito raccontare dalla mamma fossero tutte menzogne e in aula lo ha confermato spiegando anche come era venuta a scoprire che i racconti non erano veritieri. Il giudice Paolo Bulla aveva rinviato all’udienza di ieri mattina per la camera di consiglio e la lettura del dispositivo. Accogliendo le richieste dell’avvocato difensore Giuseppe Onorato e l’istanza dello stesso pubblico ministero Achenza ha quindi assolto il 49enne con formula piena.
© RIPRODUZIONE RISERVATA