Covid, morti 22 anziani a Casa Serena: il Comune resta nel processo
Per la Procura di Sassari quei decessi potevano essere evitati se fossero state adottate misure per evitare il contagio
Sassari Il Comune di Sassari già in sede di udienza preliminare era stato citato come responsabile civile nel processo per i ventidue decessi per Covid, avvenuti tra gennaio e aprile 2020, nella residenza per anziani Casa Serena. Nell’udienza di ieri mattina, 12 febbraio, l’avvocato Agostinangelo Marras si è costituito per conto del Comune di Sassari e ha eccepito la tardività della chiamata in causa dell’ente, sostenendo che fosse avvenuta fuori termine.
Eccezione alla quale si sono opposti i sei avvocati delle parti civili costituite (ossia i legali Antonio Meloni, Paolo Spano, Claudia Spezziga, Valentina Bianco, Francesco Nurra Sini, Claudio Mastandrea, Salvatore Dettori e Jose Porru) che hanno invece evidenziato la tempestività della citazione. Dopo una breve camera di consiglio il collegio presieduto dal giudice Giancosimo Mura (a latere Monia Adami e Sara Pelicci) ha rigettato l’eccezione e ha rinviato l’apertura del dibattimento a maggio. Marras aveva infatti rilevato anche la tardività della notifica e sono stati concessi i termini a difesa.
I 22 morti di Casa Serena per la Procura di Sassari potevano essere evitati se fossero state adottate misure per scongiurare il contagio all’interno della struttura. Convinzione rafforzata all’esito di una consulenza tecnica e ribadita dal pubblico ministero Paolo Piras durante l’udienza preliminare davanti al giudice Gian Paolo Piana. Lo stesso gup che – condividendo evidentemente la tesi dell’accusa – aveva rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo ed epidemia colposa Francesca Maria Chessa, 61 anni, datore di lavoro della Coop.A.S. (cooperativa che aveva in appalto il servizio di assistenza agli ospiti in quella residenza) e Marco Sannino, 49 anni, responsabile dei servizi di prevenzione e protezione per la stessa cooperativa. Gli avvocati difensori Liliana Pintus, Marco Manca e Luigi Esposito nella loro discussione avevano spiegato al gup che «non vennero eseguite le autopsie e a morire purtroppo furono persone con la salute fortemente compromessa, come certificato nelle cartelle cliniche». (na.co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA