“Neanche con un fiore” le scuole di Sassari contro la violenza sulle donne
Evento conclusivo dell’iniziativa della polizia locale che ha coinvolto tredici istituti superiori cittadini: in 590 hanno compilato un questionario sulla loro percezione degli abusi di genere
Sassari Monologhi, canzoni, performance e interviste a personaggi storici realizzati con l’Ai. Si respira nell’energia, la freschezza e l’emozionante risultato delle esibizioni di studenti e studentesse l’importanza dell’iniziativa della polizia locale "Neanche con un fiore", che per tutto il 2024 ha coinvolto 590 tra ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni durante il progetto di educazione alla legalità contro la violenza di genere portato avanti dal Comando in tredici istituti superiori cittadini (con la partecipazione di oltre mille studenti). E che oggi, venerdì 11, ha visto all’Auditorium di via Monte Grappa il suo atto finale.
«L’obiettivo – spiega il comandante Gianni Serra - è stato creare negli adolescenti la consapevolezza della gravità di specifici comportamenti prevaricatori e violenti e di fornire loro gli strumenti necessari per difendersi da una violenza di genere, e per aiutare chi la subisce. Un anno intenso in cui si sono discusse tematiche quali l’uguaglianza di genere, il rispetto, il dialogo, il ruolo educativo della scuola, della famiglia, delle altre istituzioni coinvolte».
Cuore dell’iniziativa un questionario di 22 domande proposte dal personale altamente qualificato della Polizia locale, i cui risultati sono stati diffusi oggi durante una mattinata ricca e coinvolgente, impreziosita dalle performance artistiche di ragazze e ragazzi di undici istituti attraverso le quali hanno rappresentato la loro percezione della violenza contro le donne e gli strumenti per contrastarla: primi fra tutti l’educazione e la consapevolezza.
Tornando ai dati del questionario una leggera prevalenza di maschi (49,8%) rispetto alle femmine (47,8%) ha scelto di rispondere online alle domande. La maggior parte dei partecipanti aveva tra i 16 e i 17 anni (48,3%), seguita dalla fascia 14-15 anni (27,0%) e infine dai 18 anni o più (24,7%). Circa il 44,8% del totale dei partecipanti ha dichiarato di aver partecipato agli incontri di educazione scolastica del progetto, con percentuali simili tra maschi e femmine. Si registra una crescente consapevolezza della punibilità degli atti violenti con l'aumentare dell'età.
Dai risultati si rileva una maggiore propensione delle ragazze a riconoscere la punibilità rispetto ai maschi, soprattutto nelle fasce d'età più giovani, con una diminuzione della percentuale di "Non so" con l'aumentare dell'età. I risultati suggeriscono che la consapevolezza della punibilità legale degli atti violenti aumenta con l'età tra i partecipanti al questionario.
Le ragazze e le donne sembrano avere una percezione più chiara o una maggiore sicurezza nel ritenere che tali atti siano punibili dalla legge rispetto ai ragazzi e agli uomini, specialmente nelle fasce d'età più giovani. La percentuale di "Non so" tra i più giovani (14-15 anni) indica una possibile necessità di maggiore informazione o sensibilizzazione riguardo alle conseguenze legali della violenza.
Osservando le percentuali sul totale generale: La scuola (27,2%) e i social media (25,7%) emergono come le fonti principali di apprendimento sul tema, con percentuali simili. I notiziari seguono da vicino con il 25,6%. La famiglia (14,1%) e gli amici (7,4%) sembrano avere un impatto minore come fonti di informazione su questo tema. Osservando le risposte più rilevanti (con le percentuali più alte sul totale): Violenza fisica, psicologica e verbale (40,6%). Questa è chiaramente l'opzione più frequentemente indicata come costitutiva di violenza contro le donne. Altro (13,5%): un numero significativo di partecipanti ha indicato altre forme di violenza non specificate nelle opzioni. Violenza nei confronti di una donna in quanto tale (10,9%): questa opzione, che sottolinea la motivazione di genere della violenza, è anch'essa significativa. Solo violenza fisica (8 %) e 11 non lo so (6 %) seguono con percentuali inferiori. Le differenze nelle risposte tra uomini e donne suggeriscono possibili divergenze nella percezione e nella consapevolezza delle diverse forme di violenza di genere. La frase aggiuntiva evidenzia la comprensione di forme di violenza sottili come la manipolazione e la possessione.
Attraverso il questionario sono state raccolte informazioni preziose su come i giovani percepiscono la violenza di genere nelle diverse forme (fisica, psicologica, sessuale, economica) e su come questa tematica sia affrontata nella loro scuola, nella famiglia, dai mass media e nel loro gruppo di pari. Inoltre, lo studio ha voluto identificare eventuali fattori che potrebbero influenzare il comportamento degli studenti con riferimento alla violenza di genere, come il genere, l'età, l'esposizione ai media e la loro reazione davanti alle forme di violenza sopra elencate.
Questo studio potrebbe servire da base per lo sviluppo di programmi educativi mirati nelle scuole, per sensibilizzare maggiormente gli studenti sui diritti, sul rispetto reciproco e sulla non violenza, creando un ambiente scolastico più sicuro e inclusivo che implica una conoscenza del tema da trasferire a livello familiare e nella cerchia di coetanei.
«La violenza contro le donne è un tema complesso perché difficile – ha detto il sindaco Giuseppe Mascia – e complicato perché purtroppo lo complichiamo noi. Dai primi anni 2000 come amministrazione siamo in cammino, grazie al progetto Aurora che consente di erogare servizi alle donne vittima di violenza. E in città ora abbiamo un centro antiviolenza. Ma soprattutto siamo impegnati, grazie soprattutto all’impagabile e certosino lavoro della nostra polizia locale, a parlare, spiegare, educare, dare strumenti. Come dice Calvino l’inferno è qui. E l’unico modo di combatterlo è dare spazio a qualcosa che inferno non è. Partendo dal rispetto delle persone che sono al nostro fianco, intorno a noi. Perché il rispetto dell’uno verso l’altro è il fondamento dello stare insieme». (foto Ivan Nuvoli)