La Nuova Sardegna

Letture di classe

Metti i sentimenti in vetrina: il lato oscuro dei social network

di Ilaria Muggianu Scano
Metti i sentimenti in vetrina: il lato oscuro dei social network

La trasformazione dei mezzi di comunicazione e il ruolo degli utenti neI nuovo libro di Serena Mazzini

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Serena Mazzini, esperta e docente di Comunicazione digitale, partecipa di recente alla stesura del disegno di legge per la tutela dei minori nella dimensione digitale ed esce in libreria con Il lato oscuro dei social network (Rizzoli, 240 pagine), più che un’opera letteraria una call to action per «costruire insieme la lotta per la liberazione dai social», come recita la quarta di copertina. Il sistema dei social, che originariamente entrarono negli smartphone di grandi e piccini con il candido proposito d’intrattenimento ed evasione, ben presto hanno preteso di sostituire la pelle dell’informazione istituzionale, con una pretesa nuova veste di democraticità, nell’illusione dei nativi digitali di averne il perfetto controllo rispetto ai boomer, che, di fatto, glieli hanno inventati e diffusi, facendo credere loro di detenere una qualche prodigiosa abilità rispetto alle generazioni più attempate.

Giovani e giovanissimi non hanno alcuna responsabilità morale ed etica sugli obiettivi di marketing, gli unici, a conti fatti, del sistema social da presto più che incline, anzi unicentrato su interessi economici di  orizzonti plurali. Quale sia il ruolo dei creatori di contenuti (ex influencer, ex guru) è sin troppo chiaro: simulare prossimità per rifilare creme per il viso, pillole dimagranti o videogiochi, ma qual è quello dell’utente medio? Le dinamiche social ricalcano la banale prassi della reginetta del liceo, che per essere tale ha bisogno di un pubblico adorante, “likante”, possibilmente gregario muto e pagante. Il millantato ruolo attivo dell’utente nella fruizione dei contenuti si è, da presto, ridotto a vendita e acquisto di prodotti e anche la semplice visualizzazione di post e contenuti monetizzabili rende lo spettatore involontario attore di un circolo che incentiva la mercificazione di tutto, anche di ciò che moralmente non dovrebbe essere in vendita: il dolore, il candore dei bambini, il trash (ormai programmato come un cinico automatismo produttore di meme), il marketing della tragedia, il «selfie col morto», espressione coniata dall’autrice dell’opera. Mazzini compie un mirabile focus sul capitale della pietà, offrendo uno studio capillare a livello planetario. Leggilo se sei convinto che ci siano delle generazioni immuni allo zeitgeist.

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