Da Sassari a Melbourne per far volare gli Heart
Simone Ripamonti, il preparatore atletico con la valigia, mette radici in Australia Confermato nello staff del club biancorosso, ora nell’orbita del Manchester City
SASSARI. Il “cuore” di Melbourne è colorato di biancorosso e per allenarsi si allena agli ordini di un professionista che arriva dalla Sardegna. Simone Ripamonti, sassarese, ha appena concluso la sua prima stagione come preparatore atletico dei Melbourne Heart, protagonista nella A-League australiana, ed è appena stato confermato per la prossima stagione. «Un riconoscimento che mi onora – racconta – perché evidentemente il mio lavoro è stato apprezzato e a questi livelli non è affatto scontato».
Ad appena 31 anni Ripamonti vanta già esperienze in mezzo mondo. Dalla Spagna (ha lavorato nello staff del Real Madrid) all’Inghilterra (per aggiornarsi ha seguito a lungo il lavoro del Watford di Zola) sino al Qatar, dove è stato il preparatore atletico dell’Al Nasr di Dubai. Sino all’Italia, dove ha lavorato negli staff della Sampdoria Primavera e della prima squadra del Cagliari (con Ficcadenti). Non è un giocatore d’azzardo, ma gli piace scommettere su se stesso. E così la scorsa estate ha preso fidanzata, bagagli e sogni ed è partito per l’Australia. «Avevo già tanti contatti perché ero stato in Oceania ad aggiornarmi tre anni prima – racconta – poi ho saputo che il Melbourne Heart cercava una figura professionale come la mia e ho mandato il mio curriculum. Il colloquio è andato bene e per la prima volta nella mia carriera professionale mi sono ritrovare ad avere la piena responsabilità della preparazione della squadra. Sino a quest’anno avevo lavorato in staff nei quali mi occupavo del recupero degli infortunati».
Stavolta, invece, a far correre i biancorossi nella massima serie australiana è toccato a lui. E con l’acquisizione della società da parte del gruppo arabo proprietario del Machester City, le prospettive si ampliano. «Sono molto soddisfatto del modo in cui il mio lavoro è impostato – dice –. Il rapporto con l’allenatore, che è l’ex genoano John van 't Schip, e con lo staff medico è di massima collaborazione e condivisione. E poi c’è il contatto umano con i giocatori: che hanno dimostrato di riporre la massima fiducia nei miei confronti. Sono tutti fattori fondamentali che non sempre sono assicurati all’interno delle società».
Nella nazione in cui lo sport è quasi una religione, a dare un po’ di lustro al calcio è arrivato Alessandro Del Piero. «Ho avuto modo di parlare a lungo con lui quando li abbiamo incontrati – racconta Ripamonti –. Un grande campione da tutti i punti di vista. Peccato che abbia deciso di lasciare il campionato australiano». «Le differenze principali rispetto ai campionati europei – aggiunge – sono legate alle rapidità dei giocatori di pensare le situazioni e di decidere la giocata prima ancora di ricevere la palla. Perché per il resto, a livello atletico, gli australiani sono davvero al top».
Cosa c’è nel futuro del “high performance coach and Sport Science Coordinator” del Melbourne Heart? «Dopo l’estate lavoreremo insieme al Manchester City – dice Ripamonti –, poi ci sarà il campionato. Certo, un giorno mi piacerebbe tornare a lavorare in Europa. In Italia tutto è più difficile, perché il risultato nell’immediato è l’unica cosa che conta e la programmazione può andare a monte in qualsiasi momento. Intanto faccio esperienza, poi si vedrà».