Sacchetti: sarà un Banco sereno e cattivo
Serie A di Basket, il coach della Dinamo presenta la semifinale scudetto di domani sul parquet dell’Armani Milano
SASSARI. La sfida più attesa è in semifinale e i luoghi comuni dello sport vogliono che Armani Milano-Banco di Sardegna sia una finale anticipata. I più ricchi, i più potenti economicamente, i più griffati, contro una società di provincia che ha bruciato le tappe e in estate ha provato a immaginare e costruire la squadra per provare a battere i favoriti. La tensione emotiva è alta e infatti il coach biancoblù Meo Sacchetti vede questo appuntamento come «uno dei momenti più alti della carriera di un giocatore. Non il top, perché ci sono anche le partite di Eurolega e con la nazionale, però ci sono anche giocatori che non ci arrivano mai e chi le gioca sente brividi particolari. E quando smetti, sono sensazioni che ti mancano, ve lo dice uno che queste cose le ha provate».
Una semifinale che è una finale anticipata come dicono in tanti?
«Non la vedo così, anche per rispetto alle altre squadre che sono andate avanti. E anche perché questo primo turno dei playoff è stato molto strano, nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere Pistoia portare Milano alla quinta gara e chiudere in vantaggio il primo tempo o Roma eliminare Cantù tre a zero».
Cosa ha insegnato Pistoia con la sua eroica prestazione?
«Ha fatto vedere che giocando con intensità e aggressività la differenza dei valori tecnici si può riequilibrare. Anche se poi hanno vinto i più forti. Se Milano esca da questa serie rafforzata o indebolito non lo so, sono cose che riguardano quella squadra e il suo allenatore».
La vostra è una serie particolare: voi avete vinto tante volte a Milano, in compenso loro hanno sempre vinto a Sassari.
«Non andiamo troppo avanti, la prima partita si gioca a Milano quindi per adesso pensiamo a quella».
La situazione com’è?
«Ci conosciamo molto bene, abbiamo giocato contro anche da poco. Non so se loro siano più carichi o più stanchi per le cinque partite, posso dirvi che per noi è stato sicuramente meglio chiudere la serie con Brindisi 3-0 invece che 3-2. Alla mia squadra chiedo serenità e cattiveria, che sembrano due parole contrastanti invece in campo vanno di pari passo: serenità mentale e la giusta cattiveria fisica che partite di questo livello richiedono. Si gioca sempre cinque contro cinque, a noi serve avere lo stesso approccio mentale che abbiamo avuto contro Brindisi nei momenti topici. Di certo con Milano devi giocare al 100% e potrebbe non bastare, io dico che se noi giochiamo come sappiamo i conti li facciamo alla fine».
Che differenza c’è con la semifinale di due anni fa contro Siena?
«Che allora c’era grande euforia per aver raggiunto il miglior risultato della nostra storia. Oggi invece vogliamo trasformare in ottima quella che finora è stata una buona stagione».
La pressione è su Milano: è d’accordo?
«Logico, sono i più forti e i favoriti. Però vi dico anche che una volta piacerebbe anche a me esseere dall’altra parte e avere quel tipo di pressione da gestire. Con Milano la questione è semplice: dobbiamo cercare di non soffrire troppo la loro fisicità, specie coi piccoli, e poi giocare un buon basket in attacco».