La Dinamo si perde di nuovo: che chance sprecata a Napoli
Classifica cortissima e i sassaresi sono di nuovo nei guai
Inviato a Napoli C’è anche la Dinamo tra le vittime della più strana delle domeniche della Lega A di basket. Peccato perché i sassaresi con un successo sarebbero stati in zona playoff a pari punti con il Venezia di Marco Spissu, settimo. Ma la squadra di Bucchi è incappata in una giornata-no che non rappresenterà certo una bocciatura degli evidenti progressi compiuti nelle ultime settimane, ma che fa riflettere su un roster che ha bisogno di tutti gli elementi al top e senza assenze importanti per rendere, altrimenti rischia di non essere competitivo. Certo i partenopei sono stati praticamente perfetti, trovando una giornata probabilmente unica al tiro, con i biancoblù però incapaci di ripetere le stesse prove più recenti.
Dare la colpa all’assenza di uno dei big come Robinson sarebbe un errore, che infatti coach e dirigenza non hanno fatto, così come giustificarsi con la giornata sopra le righe di Stewart e in generale dell’attacco campano. Ma è chiaro che per rendere una formazione dal roster così compresso ha bisogno più di altre di essere al completo.
E, anzi, la bruciante sconfitta rimediata sotto il Vesuvio imbiancato dalla neve è uno dei risultati meno clamorosi, anche se sarebbe stato difficile immaginare una prova così tosta da parte di un Napoli che ultimamente aveva lasciato molto a desiderare. Nella stessa giornata infatti è successo davvero di tutto: ad esempio, che quella Reggio Emilia ultima in classifica e bistrattata due settimane prima in casa dal Banco di Sardegna ha battuto una Milano che in questo campionato ha pochi ostacoli (a parte lo scivolone di dicembre con Napoli, che forse avrebbe dovuto suonare come campanello d’allarme per Devecchi&Co...).
Ma è capitato anche che l’altra formazione che ha avuto un brutto incontro ravvicinato del terzo tipo con la Dinamo solo otto giorni prima sia riuscito a rimontare un -24 in casa con la Virtus Bologna, battendo gli uomini di Scariolo di un punto. Ma anche che Venezia, costruita con grandi ambizioni come dimostra anche l’ingaggio di Spissu, è caduta in casa battuta da una Trieste che sembra tra le poche ad aver trovato la strada definitiva, galvanizzata anche dal passaggio di proprietà a un gruppo americano. E senza dimenticare il successo di Treviso sul difficile campo di Brescia, e quello di Trento (tra le squadre più in crisi) contro una Varese data in gran spolvero.
La prima giornata di ritorno è stata il compendio, un po’ esasperato, di che razza di campionato sia la Lba di quest’anno, dove (se non lo si fosse capito) tutto può accadere e occorre diffidare di chiunque e non mettersi mai dei limiti. Perché la distanza dall’eden all’inferno è davvero minima: la Dinamo sarebbe potuta essere pari punti con la settima, invece è a pari punti con l’ottava ma anche a +2 dalla penultima. E il problema è anche che non ci si deve fermare per rimirarsi allo specchio dopo qualche bella prestazione, ma essere consapevoli che dietro da tempo ci sono segnali di ripresa e continuano i rinforzi (ultimo colpo: Clevin Hannah nuovo play a Scafati). Così ogni rilassamento (anche inconsapevole, all’arrivo al PalaBarbuto i sassaresi erano davvero convinti di potersi ripetere e si vedeva) si paga caro. Insomma serve quel carattere e quell’atteggiamento che (speriamo solo per questa volta) Sassari ha lasciato in hotel e che deve invece diventare il mantra se si vuole provare a dare un senso a questa strana stagione.