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L’Olbia con l’Ancona ha un solo obiettivo: tornare alla vittoria

di Paolo Ardovino
L’Olbia con l’Ancona ha un solo obiettivo: tornare alla vittoria

Serie C, Mister Greco: «Stiamo bene»

01 ottobre 2023
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Olbia La vigilia di Olbia-Ancona (in campo oggi alle 14 al “Nespoli”) ha avuto due voci. Quella del mister Leandro Greco nella consueta conferenza di presentazione. Ma prima ancora, quella del presidente Alessandro Marino, che in occasione di un’iniziativa con l’Avis – questa mattina vicino allo stadio l’autoemoteca accoglie i cittadini e per ogni donazione è previsto un biglietto omaggio alla partita – ha elogiato la sua Olbia: «Sono contento per quest’avvio e soprattutto perché vedo concretizzati i princìpi di cui abbiamo discusso con Greco in ritiro. La squadra sta dimostrando di essere un collettivo. Mi piace tanto questa mentalità».

A distanza di qualche ora l’allenatore replica: «Ciò che ho detto in settimana ai ragazzi è proprio che stiamo costruendo la nostra casa, e com’è giusto che sia si parte dalle basi. Due mesi sono pochi per creare in toto una mentalità ma abbiamo avuto già occasione di mostrarla, penso alla partita di Arezzo. Sono soddisfatto, vedo applicazione, ma dobbiamo aggiungere mattoncini al percorso, e la sfida con l’Ancona è una bella occasione». Gli ospiti arrivano dalle sconfitte con Cesena (4-0) e Juve u23 (1-2). «Ma ha fatto sempre delle prestazioni, è una squadra aggressiva, accetta l’uno contro uno, è lanciata per fare un campionato importante. Può essere una partita-trappola, perché non è vero che sono in crisi».

Sul fronte tattico, rispetto all’uscita di una settimana fa, sempre di fronte al pubblico amico, nello 0-0 con la Carrarese, «sto valutando delle variazioni. Sono tutti utili – ribadisce Greco –. Oggi l’unico a non aver giocato è Palomba, eppure pubblicamente voglio riconoscere quanto stia lavorando in maniera seria. Ecco, questo costituisce l’anima della squadra: non ci sono titolari e meno bravi. Ci sono cinque cambi a partita, e sin qui chi è subentrato è sempre stato determinante». Non nasconde un certo debole per Cavuoti, «mi ruba molte energie: oltre al talento deve capire che un percorso è fatto di lavoro – sorride –. Se mi ci rivedo? Un po’».

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