I Giganti si danno un “cinque”, con Breein Tyree primo sorriso Dinamo
Esordio-show nella vittoria su Treviso. Champions, domani si va a Stettino
Sassari Ci sono pochi punti di differenza tra euforia e scoramento e la Dinamo pur soffrendo, pur evidenziando una volta di più la distanza che la separa dalla condizione migliore, ha per sua fortuna evitato il secondo battendo l’irriducibile Treviso in un finale-thiller e conquistando la sua prima vittoria stagionale. Ora la mole di lavoro che i Giganti devono ancora smaltire appare un po’ più leggera, perché vincere aiuta a vincere. Ed è meglio non immaginare cosa sarebbe potuto accadere se i biancoblù, che pure avrebbero tanti alibi dalla loro, avessero perso di nuovo.
L’avversario, con un nome impegnativo vista la tradizione di una città che ha fatto la storia del basket, era nelle stesse condizioni del Banco, reduce da due sconfitte che avevano intaccato una fetta di fiducia e decisissimo a interrompere un pericoloso trend. Ne è scaturito un match tesissimo, nel quale le squadre hanno sempre risposto ai rispettivi minibreak e anche quando nel finale il risultato sembrava in freezer (+6 a 1’ dalla fine) i veneti sono riusciti a rientrare sfruttando la poca lucidità di Sassari, per poi fare a loro volta delle scelte che si spiegano solo con la condizione psicofisica non ideale.
Ma non c’è solo il risultato a favore, affatto scontato, a far tornare il sorriso sulle lebbra dei tifosi, ma anche la sensazione di avere trovato un potenziale idolo. I 18 punti di Breein Tyree e soprattutto l’incredibile impatto avuto sul match vedono moltiplicato il loro valore dal fatto che la guardia di Somerset (New Jersey) era all’esordio assoluto e di fatto aveva solo una settimana di lavoro con i compagni. Ciò che è riuscito a fare sabato è qualcosa di piacevolmente inatteso, a maggior ragione in una squadra che ancora deve trovare le sue certezze. «Io voglio vincere, sono qui per vincere» ha detto l’ex Filou Ostenda, che già prima di giocare mostrava già tutti i presupposti per diventare un personaggio con i suoi atteggiamenti scherzosi, figuriamoci adesso.
Una vittoria non può risolvere tutto, ma dà la carica per proseguire in un processo di recupero molto difficile perché mostra che il lavoro paga e con il carattere e la fame di successi i tempi si accorciano come ben sa Piero Bucchi, mago nel gestire una situazione estremamente complessa, con un rientro alla settimana. Come dà carica constatare che la qualità non manca e può solo emergere: Charalampopoulos e McKinnie in crescita e un po’ più dentro un gioco che comincia a prendere forma e sta consentendo seppure a sprazzi di mostrare anche le doti di Gombauld, Cappelletti (che personalità) e a tratti di Whittaker. Il play deve ancora convincere, ma ha un ruolo difficile se tutto non gira come un orologio. E in casa Dinamo sono certi che succederà. La sfida si sposta in Polonia, dove domani c’è l’esordio in Champions con il forte Stettino.