Andrea Mura ha passato l’Equatore alla Global Solo Challenge
Il velista cagliaritano ha sempre il vento in poppa: «Tutto procede per il meglio»
Cagliari Dopo due settimane navigazione dalla partenza da La Coruña, in Galizia, primo traguardo per Andrea Mura: domenica mattina ha superato l’Equatore raggiungendo la latitudine 0°0′0″ che segna il passaggio dall’emisfero nord all’emisfero sud.
Un rito che tutti i navigatori celebrano da secoli, e che Mura ha celebrato con un simpatico video nel quale chiede il permesso di transito al dio Nettuno (interpretato dalla stesso Mura con tridente e barbona biaca) offrendogli in cambio bottarga e Cannonau. Gli applausi? Solo quelli delle onde e dei pesci volanti.
Si tratta di un traguardo importante, le prime 3.400 miglia. È la prima “tappa” senza fermate della Global Solo Challenge, giro del mondo in solitaria, senza scali e senza assistenza. Due settimane intense con qualche problema di collegamento satellitare. Disguidi tecnici comunque risolti. E dalla barca lo stesso Mura racconta questa prima parte di avventura. “La partenza da La Coruña è stata molto più difficile di quello che immaginavo- ha detto- Sono arrivato stanco e al limite con i tempi. Da quando ad agosto ho deciso di partecipare alla Global Solo Challenge non mi sono mai fermato, sono stati mesi di lavoro incessante”.
Una corsa all’inseguimento di chi è partito prima di lui. Sono 20 gli skipper, provenienti da 11 nazioni, iscritti alla Global Solo Challenge, regata che adotta un formato di partenze scaglionate in base alle caratteristiche di ciascuna barca: la barche più lente partono prima seguite in successione da quelle più veloci. “È una sensazione molto strana navigare lungo un percorso senza fine e senza tornare indietro, andare per andare, sempre dritti, sempre avanti. È una cosa che non avevo mai provato prima e a cui mi sto abituando. In queste prime due settimane il meteo è stato a tratti impegnativo ma con il vento sempre in poppa, mai di bolina, abbiamo camminato forte e macinato tante miglia”.
Da solo in mezzo al mare. E siamo appena all’inizio visto che davanti ci sono altri cento e passa giorni di navigazione. “In barca sono sempre vigile, in costante attenzione per andare più veloce, sono sempre attento, mai rilassato, è la vita del velista e del marinaio. Di tanto in tanto sento delle botte pazzesche, sono i pesci volanti che sbattono contro la cappotta. Di notte e con la luna piena è uno spettacolo pazzesco. La barca sta funzionando bene. Ho una cambusa fornitissima e sono contento perché ogni giorno posso scegliere cosa mangiare, recupero energia”.