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L’intervista a Michele Podda, talento sardo vincitore dello scudetto di calcio a cinque

di Matteo Cabras
L’intervista a Michele Podda, talento sardo vincitore dello scudetto di calcio a cinque

Ha 24 anni, è di Villaspeciosa, in provincia di Cagliari, e quest’anno con la maglia del Catania ha vinto il campionato italiano. Ora la Campions league? «Quando sentirò quella musichetta capirò che non è un sogno»

23 luglio 2024
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Cagliari I sogni si realizzano. Basta crederci. Sempre. Michele Podda, 24 anni, originario di Villaspeciosa in provincia di Cagliari, giovane stella del futsal nazionale, ha vinto lo scudetto con la maglia del Catania. «Sembra ieri quando ho cominciato a giocare a calcio a cinque nel mio paese. Dopo i primi anni sotto casa, sono passato alla Leonardo Cagliari per poi spiccare il volo, direzione Torino prima e Catania poi».

Una carriera in crescendo. «La Leonardo mi ha permesso di diventare grande - aggiunge -. Poi mi ha acquistato la L84 Torino, una società con grandi ambizioni. Dalla A2 siamo saliti in A1. Il resto è storia recente con il biennio dei sogni a Catania».

Che sosa si prova a vincere il tricolore?

«È stato indescrivibile. Qualcosa di enorme. Solo adesso comincio a rendermi conto di quello che abbiamo fatto. Io ero uno dei pochi a crederci già nel corso della stagione, ma toccare con mano il tricolore è stata una botta di adrenalina pazzesca. Una soddisfazione che non si può descrivere, anche perché vissuta in prima linea segnando anche la rete decisiva nella gara finale».

Ora la Champions League?

«Non ci credo ancora. Non riesco nemmeno ad immaginare che già da fine agosto in Danimarca sarò impegnato in una competizione di cui fino a poco tempo fa guardavo solo i video per studiare le giocate dei miei colleghi più bravi. Solo quando sentirò la musichetta tipica della Champions mi renderò conto che non è un sogno ma la realtà».

Eppure già da tempo è abituato a calcare palcoscenici importanti. Sono già 14 le presenze in Nazionale.

«Vero. Anche con la maglia azzurra vorrei diventare un punto fermo come lo sono ormai a Catania. La Nazionale è un bellissimo gruppo di amici. Sono uno tra i più giovani ed anche per questo colgo sempre l’occasione nei raduni ed in partita per imparare qualcosa dai più esperti. Io ed il mio amico Etzi, che gioca ad Avellino condividiamo la camera negli alberghi, ma soprattutto cerchiamo di rappresentare al meglio la Sardegna».

A proposito, le manca?

«Parecchio, ma grazie alle telefonate quotidiane con la mia famiglia ed ai miei amici che mi seguono spesso anche in Sicilia le distanze si accorciano. A loro, famiglia ed amici, dedico i miei successi».

Segue gli altri sport?

«Tennis, calcio, basket e pallavolo. Divoro tantissime partite in Tv. Nel calcio tifo il Cagliari ed il Milan, di cui sono tifosi tutti i miei familiari. Due anni fa era abbonato al Cagliari». Miglior marcatore italiano della A. Gol decisivo nella finale scudetto. Tanta roba. «Vivo di futsal. Ormai è uno sport professionistico. L’anno prossimo vorreialzare un altro trofeo, qualunque esso sia».

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