Louis Vuitton Cup al via: Luna Rossa sfida i neozelandesi
A Barcellona inizia la sfida per la Coppa America, sei le barche in gara
Barcellona Dopo l'ultima regata preliminare Luna Rossa Prada Pirelli torna oggi in acqua nella baia di Barcellona per partecipare alla Louis Vuitton Cup, la serie di regate che selezionerà il miglior sfidante da opporre al Defender nel Match finale di America’s Cup.
Sono sei le imbarcazioni che si affronteranno nella prima fase della competizione, che prevede un doppio round robin, con sfide di andata e ritorno: Alinghi (Svizzera), NYYC American Magic (Stati Uniti), Ineos Britannia (Gran Bretagna), Luna Rossa (Italia) e Orient Express Racing Team (Francia). Alla Louis Vuitton Cup, in programma da oggi, giovedì 29 agosto, fino all'8 settembre, partecipa fuori classifica anche Team New Zealand.
La formula dei round robin, prevede che le prime quattro classificate accedano in semifinale prevista dal 14 al 19 settembre. Le due semifinaliste che ottengono per prime 5 punti, si qualificano in finale, dove la vincente sarà la prima imbarcazione ad ottenere 7 punti. E sarà proprio il defender Emirates Team New Zealand, vincitore domenica scorsa della Final Preliminary Regatta, la prima barca che sfiderà oggi Luna Rossa, poi affronterà i francesi di Orient Express. C'è abbastanza ottimismo e fiducia nel consorzio italiano guidato dallo skipper e team director Max Sirena.
«La flotta è vicina come prestazioni e sono certo che vedremo delle gare combattute, anche perché le condizioni di Barcellona, con onda e vento, sono complicate e rendono il lavoro dell’equipaggio molto difficile– dice Jimmy Spithill, timoniere di Luna Rossa –. Le regate preliminari hanno messo in luce i punti deboli e quelli di forza dei team. Tutti quanti abbiamo vissuto momenti splendidi, abbiamo commesso errori e abbiamo avuto problemi tecnici. Per quanto riguarda la presenza del Defender nei Round Robin, non c’è dubbio che per loro sia un enorme vantaggio, perché noi regatiamo per sopravvivere e loro no e questo fa la differenza. Può essere rischioso scoprire le carte con loro? Probabilmente sì, ma adesso siamo concentrati sui challenger, non guardiamo troppo in là. Il nostro lavoro è uscire in mare e vincere una regata alla volta».
Domenica scorsa, nella finale con il Defender, l’atteggiamento non è stato sicuramente reverenziale: costretti al ritiro nel primo incontro dell’evento per un’avaria tecnica, Checco Bruni e compagni hanno tenuto testa al team dei kiwi per tutto il match conclusivo, perdendolo solo per una serie di errori evitabili scanditi da tre penalità. Penalità che a conti fatti hanno spianato la strada al Team New Zealand.