L'Olbia calcio non paga gli stipendi, i dipendenti si fermano
E adesso pensano allo sciopero anche i calciatori della prima squadra
Olbia Oggi, mercoledì 15 gennaio, era la data indicata dalla proprietà dell'Olbia calcio, SwissPro, per il saldo degli stipendi arretrati. I dipendenti hanno aspettato tutta la mattina per l'arrivo degli attesi bonifici, e ora hanno deciso di scrivere un comunicato e incrociare le braccia. «Ci fermiamo, ognuno di noi riprenderà a lavorare quando riceverà i due stipendi arretrati».
Quelli di novembre e dicembre, che la società non ha versato. A secco anche i calciatori della prima squadra che oggi pomeriggio potrebbero non scendere in campo per l'allenamento e nel prossime ore diffondere una loro nota ufficiale.
«Siamo ragazzi che amano l'Olbia calcio ma siamo anche suoi dipendenti e viviamo o per meglio dire subiamo fortemente coinvolti le vicende societarie che incalzano giorno per giorno — scrivono i lavoratori in un comunicato —. Lavorare per l'Olbia calcio per tutti noi non è solo un mestiere ma un orgoglio ed un onore, affrontiamo il nostro lavoro senza curarci mai degli orari, della fatica o di tutte le problematiche che questo comporta [...] Abbiamo compreso la società, le sue problematiche e gli siamo andati incontro totalmente».
Rimanere con le tasche vuote negli ultimi mesi dell'anno non è stato facile, spiega i circa dieci dipendenti coinvolti: «Nonostante abbiamo vissuto le feste natalizie senza un euro, facendo salti mortali, sacrifici e dovuto spiegare ai figli e ai parenti che questo Natale sarebbe stato un pochino più povero, abbiamo comunque garantito un servizio efficiente e messo nelle condizioni le nostre squadre, i nostri ragazzi ed i nostri mister nelle condizioni di scendere in campo, affrontare le trasferte ed allenarsi quotidianamente senza disagi». Ma oggi i lavoratori si rivolgono pubblicamente al presidente Guido Surace e al membro di spicco del cda Benno Raeber della proprietaria svizzera che detiene la maggioranza del club: «Tutti noi abbiamo scadenze che si accavallano, bollette, mutui, affitti da pagare e soprattutto cibo da comprare. Non possiamo continuare a spendere soldi che non abbiamo per venire a lavoro, da oltre due mesi paghiamo per lavorare».
Stop al lavoro, quindi: «Riprenderemo quando ognuno di noi riceverà i due stipendi arretrati e avremo delle garanzie per il futuro». Scoppia l'ennesimo caso all'interno dell'Olbia, che già nelle ultimissime settimane ha dovuto affrontare la minaccia di sciopero d ad gli allenamenti dei giocatori della prima squadra e che oggi potrebbe concretizzarsi. La vittoria di domenica contro il Latte Dolce ha riportato il sereno nel percorso dei bianchi nel girone G di serie D. Ma le tasche restano vuote — come accaduto anche la scorsa stagione nei mesi finali, poi saldati in extremis in estate — e il rischio di un tracollo è dietro l'angolo. La questione non è più solo calcistica.