Antonio Carlini: «Sono cresciuto a pane e basket»
A 24 anni è il nuovo assistente di Bulleri alla Dinamo: «Questa squadra sta acquisendo sempre più fiducia e entusiasmo»
Sassari «Quando la Dinamo è salita in A1 avevo dieci anni e ho seguito quindi il suo percorso di crescita fin da quando ero bambino. Pensare di ritrovarmi qui, a ricoprire il ruolo di assistente di coach Bulleri è un qualcosa che mi riempie di orgoglio ma che non mi sarei mai aspettato». Antonio Carlini a 24 anni è il più giovane assistente della massima serie di basket. Ha vissuto di pane e pallacanestro praticamente dalla nascita, grazie a suo padre Pietro. «A casa nostra si è quasi sempre parlato solo di basket. È vero che ho imparato tanto da tutte le persone con cui ho collaborato ma dico sempre che tutto quello che so lo devo a mio padre».
C’è qualcosa che la differenzia da lui?
«Da capo allenatore ho lavorato, soprattutto all’inizio, con ragazzi che avevano praticamente la mia età. Mio padre dice che forse sono troppo vicino ai ragazzi, ma penso che sia normale anche perché è anche cambiato molto nel frattempo il modo di allenare e gestire una squadra».
La aiuta aver lavorato fino ad oggi con la prima squadra con altri ruoli di supporto?
«Tantissimo e per tanti motivi. Ho iniziato con piccoli ruoli. Il primo anno praticamente l’ho passato guardando e osservando gli allenamenti. Poi piano piano ho fatto sempre cose diverse e qualcosa in più: dai report ai video e poi anche in partita. Insomma, non ho dovuto mettere assieme tante informazioni tutte in una volta ma passo dopo passo e questo è stato sicuramente un grande vantaggio».
Tra l’altro ha deciso di continuare anche come capo allenatore della Torres in serie C.
«Tenere anche quel ruolo per me era importante e mi sarebbe dispiaciuto tantissimo interrompere il lavoro iniziato con i ragazzi. Penso che sia importante anche per la mia crescita. I due ruoli riesco a farli convivere grazie anche all’aiuto del mio assistente alla Torres Arnaldo Dellacà».
Le prime due vittorie con coach Bulleri hanno dato una scossa all’ambiente.
«Sicuramente vincere dopo un periodo molto difficile e contro una squadra di Eurolega come Bologna ci ha dato grande fiducia e positività. Ha anche riportato un po’ di entusiasmo che c’era mancato e questo entusiasmo siamo riusciti a trasmetterlo al pubblico. Il PalaSerradimigni domenica era davvero meraviglioso per tutta la durata della partita. Ora però non dobbiamo fermarci e dobbiamo tenere sempre alta l’asticella della tensione e dell’attenzione, sia in allenamento che in partita e mantenere quell’entusiasmo sempre vivo».
L’arrivo di Rashwan Thomas che impatto può avere?
«Lui ha lasciato un grande ricordo a Sassari come giocatore fortissimo sia tecnicamente che fisicamente. a volte era proprio incontenibile dal punto di vista atletico. Noi abbiamo bisogno di quel tipo di aggressività che ha dimostrato di avere e poi anche di quelle caratteristiche di giocatore che sa esprimersi sia da 4 che da 5. In sintesi se sarà il giocatore che abbiamo visto qui ci potrà dare una grandissima mano».
Bulleri ha detto di voler cambiare l’energia della squadra. Su cosa state lavorando per raggiungere questo obiettivo?
«Penso che contro Bologna si sia visto quanto anche solo una palla recuperata ci desse fiducia. Ecco, stiamo cercando dal punto di vista emotivo di sfruttare anche la più piccola vittoria parziale, ottenuta durante la gara, per fare in modo che questo ci spinga e ci aiuti a a dare sempre di più».
Questa squadra può arrivare ai playoff?
«Ora la situazione sicuramente non è facile. Mancano ancora diverse partite e nelle prossime gare che rimangono dobbiamo fare il meglio possibile. Se faremo molto bene potrebbero arrivare anche i playoff».
Antonio Carlini quali obiettivi personali e di crescita invece si è posto?
«Stare in una campo di basket è quello che amo più di ogni altra cosa. A tutti piacerebbe poter fare della propria passione anche il proprio lavoro. Sto continuando a studiare per prendere anche la laurea magistrale, ma se alla fine dovessi riuscire a vivere di pallacanestro sarebbe per me la cosa più bella».