Una guida completa ai funghi in Sardegna
di Renato Brotzu
Sabato 14 in edicola con la Nuova il primo dei due volumi dedicati alle varietà che crescono nell’isola
3 MINUTI DI LETTURA
Una guida snella che descrive 350 specie tra le più rappresentative del regno dei funghi della Sardegna e dell’area mediterranea, concepita in due volumi, con una scheda per ogni fungo. Molte delle specie pubblicate sono state scoperte nell’isola. È questo il contenuto dei due volumi intitolati “I funghi in Sardegna” che la Nuova manda in edicola sabato 14 luglio e sabato 21 luglio a 8,70 euro oltre il prezzo del quotidiano per la collana “Erbe e piante medicinali in Sardegna (otto uscite in tutto).
Il primo dei due libri sui funghi si apre con un’introduzione sugli ambienti naturali dove i funghi crescono, si nutrono e si riproducono. Questo tema d’apertura è fondamentale per capire i rapporti trofici che legano indissolubilmente i funghi alla vegetazione. La Sardegna è forse la regione italiana più ricca di boschi, di funghi e di biodiversità. Nel testo vengono descritti gli ambienti principali dove è possibile trovare le specie fungine, a cominciare dalla lecceta che rappresenta la formazione vegetale più diffusa ed estesa. In questa parte introduttiva non vengono trascurati gli altri ambienti importanti che formano gli orizzonti vegetazionali più caratteristici dell’isola, compresi habitat particolarmente fragili come le dune costiere e le aree percorse dal fuoco, ecosistemi apparentemente ostili che intrecciano invece legami molto stretti con i funghi.
Ogni specie viene descritta con foto di qualità e con una scheda puntuale che oltre a indicare la commestibilità o la velenosità, elenca tutti i caratteri utili per il riconoscimento: morfologici, microscopici, organolettici, ambientali. La successione delle specie segue un ordine sistematico preciso e rigoroso e viene utilizzata una nomenclatura aggiornata. Nel primo volume vengono descritti Generi importanti come le Amanita, che annoverano sia specie commestibili e molto ricercate come l’Amanita caesarea, l’ovulo, ma anche le velenose mortali Amanita phalloides e l’Amanita verna. Seguono gli Hygrophorus, funghi particolarmente belli e colorati che prediligono gli ambienti umidi e le stagioni piovose.
Tra le specie di questo primo volume troviamo le Macrolepiota chiamate volgarmente “mazze di tamburo”, molto ricercate per le loro qualità in cucina. Alcune di queste specie vengono messe a confronto per evitare di intercettare qualche “sosia” non commestibile. Un’altra grande aggregazione è rappresentata dai Tricholoma un Genere di funghi molto numeroso che comprende sia specie commestibili che velenose, alcune tipiche degli habitat della Sardegna, come il Tricholoma bresadolanum specie diffusa delle sugherete della Gallura. Seguono in ordine le Lepista, i Lyophyllum, le Collybia, le Melanoleuca, le Laccaria e le Mycena, quest’ultimo è un genere molto rappresentato che si caratterizza per la crescita lignicola. Sono i cosiddetti funghi decompositori che demoliscono la sostanza organica e restituiscono all’ambiente minerali che arricchiscono il substrato di humus favorendo la crescita rigogliosa della vegetazione circostante.
Tra le numerose specie presenti in questo primo volume ve ne sono alcune particolarmente ricercate dagli appassionati, come ad esempio l’Armillaria mellea e l’Armillaria tabescens; queste due specie vengono chiamate “chiodini”, e crescono in cespi numerosi, su ceppaie o anche alla base di alberi vivi, nutrendosi in forma parassitica. Queste due specie vengono apprezzate soprattutto per la conservazione sott’olio, ma necessitano sempre di una cottura per eliminare alcune tossine termolabili che si volatilizzano con la bollitura. Sempre nel primo volume vengono presentate anche alcune specie da sempre preferite dai sardi come il Pleurotus eryngii e il Pleurotus eryngii var. ferulae, meglio noti come: “antunna”, “cardolinu ‘e petza”, “ferulazzu”, “tunniu ‘e ferula”, a seconda del dialetto di appartenenza. Si tratta di due specie davvero eccellenti e che in Sardegna hanno tantissimi estimatori.
Concludono il volume due generi rguardanti la famiglia delle Russulaceae: Russula e Lactarius, vi appartengono numerose specie commestibili. Negli ultimi anni sono state scoperte in Sardegna diverse specie nuove, come la Russula cistoadelpha, Russula monspeliensis, Russula nuragica, tutte specie che convivono soprattutto con il cisto.
Il primo dei due libri sui funghi si apre con un’introduzione sugli ambienti naturali dove i funghi crescono, si nutrono e si riproducono. Questo tema d’apertura è fondamentale per capire i rapporti trofici che legano indissolubilmente i funghi alla vegetazione. La Sardegna è forse la regione italiana più ricca di boschi, di funghi e di biodiversità. Nel testo vengono descritti gli ambienti principali dove è possibile trovare le specie fungine, a cominciare dalla lecceta che rappresenta la formazione vegetale più diffusa ed estesa. In questa parte introduttiva non vengono trascurati gli altri ambienti importanti che formano gli orizzonti vegetazionali più caratteristici dell’isola, compresi habitat particolarmente fragili come le dune costiere e le aree percorse dal fuoco, ecosistemi apparentemente ostili che intrecciano invece legami molto stretti con i funghi.
Ogni specie viene descritta con foto di qualità e con una scheda puntuale che oltre a indicare la commestibilità o la velenosità, elenca tutti i caratteri utili per il riconoscimento: morfologici, microscopici, organolettici, ambientali. La successione delle specie segue un ordine sistematico preciso e rigoroso e viene utilizzata una nomenclatura aggiornata. Nel primo volume vengono descritti Generi importanti come le Amanita, che annoverano sia specie commestibili e molto ricercate come l’Amanita caesarea, l’ovulo, ma anche le velenose mortali Amanita phalloides e l’Amanita verna. Seguono gli Hygrophorus, funghi particolarmente belli e colorati che prediligono gli ambienti umidi e le stagioni piovose.
Tra le specie di questo primo volume troviamo le Macrolepiota chiamate volgarmente “mazze di tamburo”, molto ricercate per le loro qualità in cucina. Alcune di queste specie vengono messe a confronto per evitare di intercettare qualche “sosia” non commestibile. Un’altra grande aggregazione è rappresentata dai Tricholoma un Genere di funghi molto numeroso che comprende sia specie commestibili che velenose, alcune tipiche degli habitat della Sardegna, come il Tricholoma bresadolanum specie diffusa delle sugherete della Gallura. Seguono in ordine le Lepista, i Lyophyllum, le Collybia, le Melanoleuca, le Laccaria e le Mycena, quest’ultimo è un genere molto rappresentato che si caratterizza per la crescita lignicola. Sono i cosiddetti funghi decompositori che demoliscono la sostanza organica e restituiscono all’ambiente minerali che arricchiscono il substrato di humus favorendo la crescita rigogliosa della vegetazione circostante.
Tra le numerose specie presenti in questo primo volume ve ne sono alcune particolarmente ricercate dagli appassionati, come ad esempio l’Armillaria mellea e l’Armillaria tabescens; queste due specie vengono chiamate “chiodini”, e crescono in cespi numerosi, su ceppaie o anche alla base di alberi vivi, nutrendosi in forma parassitica. Queste due specie vengono apprezzate soprattutto per la conservazione sott’olio, ma necessitano sempre di una cottura per eliminare alcune tossine termolabili che si volatilizzano con la bollitura. Sempre nel primo volume vengono presentate anche alcune specie da sempre preferite dai sardi come il Pleurotus eryngii e il Pleurotus eryngii var. ferulae, meglio noti come: “antunna”, “cardolinu ‘e petza”, “ferulazzu”, “tunniu ‘e ferula”, a seconda del dialetto di appartenenza. Si tratta di due specie davvero eccellenti e che in Sardegna hanno tantissimi estimatori.
Concludono il volume due generi rguardanti la famiglia delle Russulaceae: Russula e Lactarius, vi appartengono numerose specie commestibili. Negli ultimi anni sono state scoperte in Sardegna diverse specie nuove, come la Russula cistoadelpha, Russula monspeliensis, Russula nuragica, tutte specie che convivono soprattutto con il cisto.