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Anglona, dal Paleolitico al futuro, tra riti e gastronomia

di Mauro Tedde
La Chiesa di Nostra Signora di Tergu
La Chiesa di Nostra Signora di Tergu

Chiese, foreste pietrificate e terre fertili per immergersi nella natura e nella storia

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La regione storica dell’Anglona, incastonata fra la Gallura, (il fiume Coghinas delimita molto bene questo confine orientale), il Logudoro e la Romangia deve il suo nome ai Bizantini (significherebbe “angolo” o forse “ansa del fiume”). Terra antica, dai molteplici contrasti, nel suo territorio sono visibili i resti di foreste pietrificate ma soprattutto sono state rinvenute (nel 1979) le più antiche testimonianze della presenza dell’uomo in Sardegna. Lungo il rio Altana-Anzos ben sei giacimenti hanno restituito una notevole quantità di manufatti in selce risalente al Paleolitico.

Ma l’Anglona è ricchissima anche di emergenze del periodo prenuragico, dell’Età del bronzo, del periodo fenicio-punico e romano, di quello medievale (la terra apparteneva al Giudicato di Torres) e ovviamente del periodo aragonese. Un’infinità e una varietà di siti paleobotanici ed archeologici (nuraghi, pozzi sacri, ipogei funerari, tombe dei giganti) e stupende chiese romaniche costellano le sue colline e le sue vallate ma di grande interesse risulta anche il suo patrimonio etno-antropologico ed ambientale caratterizzato da lingue, riti, costumi, saperi e credenze uniche nel panorama sardo. Ma questo territorio offre anche un sito termale, interessanti musei, castelli e diversi sentieri di trekking con punti panoramici dall’alto valore ambientale e naturalistico.

Le attività economiche di rilievo della regione riguardano l’allevamento, l’agricoltura, il commercio, l’artigianato e le produzioni agro-alimentari di qualità. Un patrimonio storico e ambientale immane insomma che l’Unione dei Comuni dell’Anglona e Bassa Valle del Coghinas, ente istituito per la gestione delle funzioni associate intercomunali con sede a Perfugas, sta cercando in tanti modi ma soprattutto in modo unitario di riscoprire e valorizzare. L’Unione è composta dai comuni di Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Nulvi, Osilo, Perfugas, Santa Maria Coghinas, Sedini e Tergu. Un ente moderno e illuminato che cerca di superare antichi campanilismi e va alla ricerca delle proprie radici comuni e della propria identità regionale. Un fatto culturale ma anche un tentativo di sottrarsi all’antica tutela di Sassari e della Gallura da parte di un territorio relativamente piccolo compresso fra due potenti realtà.

«L’obiettivo principe del nostro ente riguarda la promozione univoca e coordinata delle nostre comunità rurali – spiega Giovanni Ligios presidente dell’Unione dei Comuni dell’Anglona e sindaco di Osilo – attraverso la creazione di un brand territoriale che sia in grado di valorizzare gli attrattori turistici e agroalimentari di qualità e veicolare il grande patrimonio culturale e ambientale dei nostri comuni. Lavoreremo per accelerare la trasformazione delle nostre comunità, così da renderle nel minor tempo possibile un prestigioso punto di riferimento per il segmento turistico della vacanza rurale ed esperienziale a due passi dalle bellissime coste del nord ovest della Sardegna».

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