Belli e sfortunati, la maledizione degli attori delle serie TV
La morte improvvisa di Matthew Perry riporta alla memoria la scomparsa prematura di star come Luke Perry, James Gandolfini, Erin Moran ed Andy Whitfield
Sassari Tengono incollate allo schermo, episodio dopo episodio, stagione dopo stagione. Adesso come un tempo, quando al posto di serie si usava telefilm per definire le storie a puntate in televisione arrivate dall’America. Prodotti molti diversi da quelli di oggi, accomunati dal far diventare i protagonisti principali non solo delle star, ma i personaggi interpretati quasi delle persone di famiglia per gli spettatori. Per questo la notizia della morte di Matthew Perry, l’indimenticabile Chandler di “Friends”, ha commosso molti fan ai quali è sembrato di aver perso un amico con il quale sono cresciuti.
Un attore scomparso prematuramente, aveva 54 anni, come diversi altri entrati nell’immaginario collettivo grazie al successo di serie del passato più o meno recente. Malori improvvisi, malattie, decessi in circostanza misteriose, gravi dipendenze, sono tra le principali cause di morte di interpreti amati e ricchi, ma oltre l’immagine pubblica spesso sfortunati e infelici. Basta pensare alla vita dello stesso Matthew Perry, trovato morto nella vasca da bagno della sua casa a Los Angeles, segnata dall’abuso di alcol e oppiacei.
Stesso cognome, ma nessuna parentela, Luke Perry se n’è andato invece colpito da un ictus: nel 2019, a 52 anni. Il suo nome è indissolubilmente legato al personaggio di Dylan McKay di “Beverly Hills 90210”. Bello e dannato, affascinante e un po’ problematico, somigliante a James Dean, ha fatto perdere la testa a milioni di ragazze in tutto il mondo grazie al successo planetario della serie che è diventata un simbolo degli anni Novanta.
Proprio quando il teen drama di culto ambientato nella cittadina californiana volgeva al termine, dopo oltre duecento puntate, esordiva un progetto destinato a rivoluzionare il mondo della serialità televisiva: “I Soprano”. Protagonista straordinario l’attore James Gandolfini, di origine italiana e proprio in Italia scomparso improvvisamente, mentre si trovava in vacanza, in seguito a un attacco di cuore quando aveva 51 anni. Facendo un salto indietro nel tempo, a serie che in Italia hanno spopolato in televisione tra gli anni Settanta e Ottanta, mette tristezza ricordare la fine che ha fatto la mitica Joanie ‘Sottiletta’ Cunningham di “Happy Days”, Erin Moran, morta per un cancro nel 2017 a 56 anni, in assoluta povertà dopo essere caduta nella spirale di alcol e droghe.
Guai finanziari, e legali, hanno segnato la vita anche di Gary Coleman, celebre per il ruolo di Arnold Jackson nel telefilm “Il mio amico Arnold” che dopo aver combattuto con una patologia renale sin dall’infanzia è scomparso nel 2010 a 42 anni in seguito alle ferite alla testa causate da una caduta. Anche Dana Plato, che interpretava la sorella Kimberly. Arrestata nel 1991 per rapina a mano armata in un negozio di video a Las Vegas, fu trovata moribonda a causa di un'overdose di farmaci tranquillanti .
Era il 2010, stesso anno in cui all’attore Andy Whitfield, dopo il successo della prima stagione di “Spartacus” in cui è protagonista nel ruolo del gladiatore che sfida Roma, è stato diagnosticato un tumore. Malattia per colpa della quale si è spento a soli 39 anni. Ancora più giovane Angus Cloud, star di “Euphoria”, deceduto la scorsa estate a 25 anni per un mix di droghe. Poco più che trentenni sono poi venuti a mancare tre interpreti di “Glee” che per questo motivo si è meritata il triste appellativo di serie maledetta: Cory Monteith nel 2013 per tossicodipendenza, Mark Salling suicidatosi nel 2018 dopo essere arrestato per possesso di materiale pedo-pornografico e Naya Rivera affogata nel 2020 in un lago durante una gita in barca.