Attilia Medda, l’ex professoressa che studia i vini con il “sommelier dell’anno” in bacheca
Originaria di Sassari ma da una vita a Olbia, è passata dai libri di filosofia a quelli dedicati alla coltura della vita
Lo studio è una forma di lotta. Per emergere, per puntare all’eccellenza, per guardare il mondo con occhi diversi. Dai libri di filosofia a quelli dedicati alla coltura della vite: Attilia Medda, professoressa in pensione e abile sommelier con un bel po’ di prestigiosi riconoscimenti in bacheca, è una professionista del vino che ha l’agenda piena di appuntamenti. Fa formazione, innanzitutto. «E ne serve ancora tanta – dice Medda, delegata dell’Associazione italiana sommelier per la Gallura –. Ciò che manca è una cultura di fondo della nostra terra. La formazione è essenziale, lo dico anche quando incontro gli studenti delle scuole. Più ne sappiamo e più riusciremo ad affrontare al meglio le sfide e la concorrenza di un mercato che non dà tregua. Molte cose, però, stanno per fortuna cambiando. In Sardegna il mondo del vino sta vivendo una grande stagione, con le nuove generazioni che stanno mettendo in campo un approccio diverso, più innovativo. Tutto questo ha portato a un netto miglioramento qualitativo. Ma c’è ancora tanto da fare: scienza e conoscenza ci possono aiutare».
Attilia Medda, originaria di Sassari e da una vita a Olbia, è una autorità nell’affascinante mondo dei sommelier. Una passione sbocciata un po’ all’improvviso una volta detto addio alla cattedra del liceo. «Ho fatto la professoressa per tantissimi anni – ricorda Medda, che insegnava storia e filosofia – e sono diventata sommelier nel 2003. Per me era un mondo del tutto nuovo, non avevo mai lavorato nella ristorazione. Mi sono appassionata e sono cresciuta». Il suo percorso è andato avanti fino a culminare, nel 2016, con un riconoscimento arrivato da Parigi dalla prestigiosa Accadémie internationale de la gastronomie: il titolo di Prix au sommelier. In altre parole, Attilia Medda quella volta venne nominata sommelier dell’anno. La prima donna in Italia ad aver ottenuto questo tipo di riconoscimento. Prima di lei ci erano riusciti soltanto due italiani (uomini): Giorgio Pinchiorri e Andrea Grignaffini. «Devo dire che, per quanto riguarda noi donne, negli ultimi anni le cose sono certamente migliorate – sottolinea Medda –. Nel mondo del vino la presenza femminile è per fortuna in aumento e le professioniste sono ormai tante. Sono brave e molto preparate. Gli ostacoli, comunque, non mancano. In certi casi, purtroppo, è più facile che si scelga un enologo piuttosto che una enologa. Le resistenze non mancano». E a proposito di donne, oggi è 8 marzo e la giornata, per Attilia Medda, non scivolerà via in modo del tutto indifferente. «Devo dire che non la vivo in un modo particolare – dice –. Per me è una ricorrenza molto importante, ma non bastano certo un cuore o un mazzo di mimose per migliorare la condizione della donna. Vedo una violenza diffusa, i femminicidi, uno scarso rispetto nei rapporti. Per questo bisogna puntare sull’educazione. La scuola, certamente, ma anche e soprattutto le famiglie devono fare la loro parte».