La Nuova Sardegna

L'intervista

Andrea Pennacchi: «Porto il Pojana in tour nell’isola, poi voglio fare un film su di lui»

di Alessandro Pirina
Andrea Pennacchi: «Porto il Pojana in tour nell’isola, poi voglio fare un film su di lui»

L'attore nei teatri di Cagliari, Alghero e Arzachena

14 aprile 2024
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Il Pojana e i suoi fratelli sbarcano in Sardegna. In realtà, non è la prima volta, ma questo è il loro primo tour nell’isola. Tutto pronto, insomma, per lo spettacolo di Andrea Pennacchi, creatore del personaggio divenuto popolare in tv a Propaganda Live, che sarà mercoledì e giovedì al Teatro Massimo di Cagliari per la rassegna Pezzi Unici, mentre venerdì sarà al Teatro Civico di Alghero e l’indomani all’Ama di Arzachena, il tutto sotto le insegne del Cedac.

Pennacchi, come è questo tour di “Pojana e i suoi fratelli”?
«L’impostazione è più o meno la stessa dello spettacolo: una galleria di personaggi con un forte apporto musicale. Sono tutti personaggi che arrivano da una terra misteriosa, il Pojanistan in cui abitano il Pojana e la sua galleria di fratelli e sorelle. Rispetto alle altre volte in Sardegna lo spettacolo è leggermente diverso, perché l’approccio è sempre legato alla attualità, ma i racconti teatrali sono rimasti gli stessi».

Il Pojana parla in veneto, ma lo capiscono ovunque.
«I livelli dello spettacolo sono tre: il legame con l’attualità, il gioco con il pubblico, poi c’è il livello narrativo, che è quello più profondo, che è la cosa che lo rende italiano in senso lato. Ed è il motivo per cui con il Pojana posso girare l’Italia. È vero che parlano in dialetto, è vero che provengono da una osservazione profonda della mia terra, ma questi personaggi sono scavati talmente a fondo che parlano di tutti noi. Dopo uno spettacolo uno scrisse su Facebook: “parla in veneto ma è il mio vicino di casa”. Era un sardo».

Come nasce il Pojana?
«All’inizio non aveva nome, era un personaggio all’interno di un mio adattamento di “Le allegre comari di Windsor”. Poi mi sembrava adatto per il mio monologo che è diventato virale. Lì è arrivata la chiamata di Propaganda, dove il Pojana ha preso il suo nome e le sue caratteristiche».

In questi anni il personaggio si è evoluto?
«Sì, è più acuto nelle sue osservazioni. Prima colpiva con il martello, adesso va di seghetto, di lima. È più raffinato nella lettura della realtà, ma anche più deluso. All’inizio aveva qualche speranza di indipendenza, ora è circondato da gente a cui non può dare fiducia».

Vota sempre Lega o ora sceglie la Meloni?
«È delusissimo da Salvini, non gli piace più. Ha avuto qualche passioncella per alcune cose di Fratelli d’Italia, ma ora è di nuovo allo sbando».

Nel suo Veneto come è stato accolto il Pojana?
«Io direi bene. C’è un gruppo di persone che non lo apprezza. Poi ci sono quelli che lo prendono dritto, come fosse uno di loro al bar. E infine c’è un gruppo che capisce l’ironia, la satira. Tra questi anche molti indipendentisti o comunque persone che in qualche modo dovrebbero essere il suo bersaglio. Ci ridono sopra. E questo è segno di intelligenza».

In questi anni le sono arrivate grandi soddisfazioni dalla tv. A partire dalla serie “Petra”. Immaginava il successo da regista di Paola Cortellesi?
«Paola stava lavorando da parecchio a questo progetto, non è nato all’improvviso. Ne abbiamo parlato più volte. Lei è una che quando fa i film ha sempre successo, ma una cosa del genere credo abbia sorpreso anche lei».

Un altro bellissimo ruolo è stato quello di Mario in “Tutto chiede salvezza” di Francesco Bruni. Non era semplice ambientare un’intera serie in un istituto psichiatrico.
«No, ma c’erano molte cose che aiutavano. Un testo ben scritto, un regista molto bravo e un gruppo di attori di primo ordine, tra giovani e navigati. L’atmosfera nella sala dell’ospedale psichiatrico era ricostruita benissimo. È stata la cosa più simile a un film americano mai vissuta dal punto di vista dell’intensità interpretativa».

Teatro, televisione, e il cinema?
«Un piccolo ruolo nel nuovo film di Andrea Segre su Enrico Berlinguer in cui mi sono divertito molto. E poi io e un’altra banda di cinefili stiamo cercando di portare in lavorazione un film sul Pojana, incentrato su di lui come personaggio principale».

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