La Nuova Sardegna

All’orizzonte, oltre Tavolara, si intravede la fine di un’era. Quella sotto la direzione artistica della signora del cinema italiano, Piera Detassis, e delle conduzioni brillanti di Geppi Cucciari, tra i volti televisivi del momento. Il festival del cinema “Una notte in Italia” sull’isola di Tavolara cambia rotta. «Un cambio dopo 30 anni ci sta, ma fanno male i modi con cui è arrivato», spiega Detassis, ma Marco Navone, l’ideatore dello storico evento, è fermo: «Nessuno è stato mandato via».

L’uscita di scena Quest’estate il telone bianco, il proiettore e le file di sedie a due passi dal piccolo molo di attracco ci saranno, ma sarà qualcosa di totalmente diverso. Sì perché a confermare le voci di corridoio circolate nelle ultime settimane è stata ieri, intervistata dalla Nuova, proprio Geppi Cucciari. «A malincuore, estremo davvero, quest’anno non sarò a Tavolara per decisioni organizzative unilaterali. Per me è difficilissimo parlarne perché è un enorme dispiacere».

Fine di un’era A farle da eco, Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell'Accademia del cinema italiano che conferisce i David di Donatello. «Ho saputo. Lo ritengo un grande gesto di generosità, immagino sia legato al fatto che non ci sarò neanche io». Detassis si allontana dal vociare mentre è impegnata in un altro festival, quello di Cannes, e dedica parole «addolorate» su quello di Tavolara, nato nel 1991 dall’associazione Argonauti di Marco Navone e di cui lei ha preso in mano il timone dall’anno dopo. Conclusa l’edizione 2023, racconta, «a tutti sembrava che la manifestazione avesse bisogno di una sferzata, di qualcosa di nuovo per rispondere all’attenzione e alla passione di tanta gente». Usa il plurale, Detassis: «C’è un gruppo di lavoro che nel tempo si è venuto a formare, con la stessa Geppi alla conduzione, con Viviana Gandini alla comunicazione, con Claudia Panzica nell’organizzazione». Così presidente dei David: «Ho chiesto un incontro per discutere sul futuro e mi è stato risposto che l’intenzione era continuare ma senza di me». A questo punto, l’ormai ex direttrice artistica di Tavolara spende molte parole di consapevolezza e dispiacere: «Per carità, sia chiaro: ci sta cambiare dopo tutto questo tempo. Ma non ho gradito per niente i modi poco professionali».

La separazione Il divorzio è arrivato da una comunicazione via mail. «Non ci si comporta in questo modo». Un legame duraturo e di successo svanito in un clic. «Forse sono stata io a non capire che c’era qualche problema, ma non mi è stata data alcuna spiegazione e soprattutto non si fa così, con una mail», ripete lei. Certa di non peccare di immodestia ricorda «quanto abbiamo dato al festival, che è diventato una grossa opportunità per il territorio. Dispiace molto per questo, per tutte le persone coinvolte, e perché dopo 31 anni mi si permetta di dire che quei luoghi erano la mia seconda casa. Io, Geppi e tutto il gruppo abbiamo dato un plus al festival e anche dopo l’ultima edizione ci siamo mostrate subito disposte a proporre nuove idee e nuovi contenuti». La sua è una telefonata da Cannes che suona come una liberazione, dopo che «da alcune settimane, anche con un certo imbarazzo, ho ricevuto richieste per partecipare o avere informazioni». Lo stallo è finito, le carte sono state scoperte. Dall’altra parte, Marco Navone è invece proiettato sui prossimi eventi, proprio oggi verranno comunicati gli appuntamenti di giugno tra cui la masterclass con Marcello Fois. A margine, la sua risposta alle dichiarazioni di Geppi è quasi un no comment: «Non abbiamo mandato via nessuno. In virtù di alcuni cambiamenti, avrà ritenuto di non continuare». E poi, diplomatico: «Normale dopo trent’anni che certe cose cambino». Con la promessa di un comunicato stampa nelle prossime settimane che spieghi qualcosa in più.