La Nuova Sardegna

Musica

Ora le regine del pop conquistano il mondo

di Paolo Ardovino
Ora le regine del pop conquistano il mondo

Taylor Swift, Dua Lipa, Billie Eilish in cima alle classifiche. Diverse tra loro, stanno cambiando le regole della musica

16 giugno 2024
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Verrebbe in realtà da dire: le regine del mondo. Sono le artiste più influenti, più ascoltate e più desiderate di tutte. Diversissime tra di loro, Taylor Swift a 34 anni può raccontare già numerose vite vissute e oggi è la star che riesce a smuovere le grandi masse. Incide nei Pil dei Paesi dove si esibisce, muove voti, parla alle nuove generazioni e a quelle adulte. Dua Lipa, 28 anni, è l’icona sexy del momento, è la cantante che ti fa ballare in pista, la diva per eccellenza che attrae fan, telecamere, fotografi. La femme fatale dei nostri anni, in un canone tutto rivisto. Billie Eilish, infine, 22 anni, è una enfant prodige che sta cambiando le carte in tavola su tutti i fronti. Nel modo di cantare, di fare musica e di curare la propria immagine pubblica. Lei è l’incarnazione della Gen Z che chiede di non essere incasellata in alcun modo.

Poesia e paillettes “The tortured poets department” è l’ultimo album pubblicato da Taylor Swift. Prima in 16 tracce poi, appena due ore dopo l’uscita (lo scorso 19 aprile) già in una versione antologica con 31 brani. In completa controtendenza con la musica attuale che vede dei dischi sempre più brevi e un ascolto sempre più superficiale. Ma lei può. E infatti in una settimana l’album, trascinato dal singolo “Fortnight” con Post Malone, ha raggiunto 1 miliardo di ascolti. Il suo Eras tour, cominciato nella primavera del 2023, si concluderà – lo ha annunciato la cantautrice pochi giorni fa – a dicembre a Vancouver. Per portata e incassi, è già stato definita la tournée più grandiosa di sempre. Taylor Swift è questa: nel parlarne, si rischia l’elenco continuo di record frantumati. L’ascesa è stata lunga e con svolte incredibili, la ragazza americana acqua e sapone dalle sonorità country dopo undici album è diventata una popstar che si esibisce in paillettes con la solita frangia bionda e con la chitarra in mano. E versi che hanno del poetico, ora del tutto maturi in una carriera che è già ventennale. Spesso definita una white girl ma in modo critico, quasi per banalizzarla, Swift però raggiunge i cuori delle sue fan giocando sull’universalità della lirica, che racconta la sua vita, le sue relazioni, le sue crisi e i suoi successi. E dove ognuno ci si rivede. Parla, con metafore e riferimenti letterari, a tutte e tutti.

Musica sexy Camaleontica. Dua Lipa sceglie un’estetica sempre diversa che l’ha resa in breve tempo un’icona. Il suo ultimo album è “Radical optimism”, uscito il 3 maggio. Con produzioni importanti – alle manopole Kevin Parker dei Tame Impala – si tratta di un condensato di musica da club, ritornelli che entrano in testa e hit che in 36 minuti disegnano la dimensione perfetta entro cui sa muoversi l’artista britannica, di origini albanesi. Da una parte le viene contestata una mancata profondità di scrittura ma appare una critica sterile. Dua Lipa è un inno alla leggerezza («che leggerezza non è superficialità» cit.) dove a essere profondo è il basso che fa muovere la testa. Lei unisce groove e storie di amori spezzati e rivalse sentimentali, e va bene così. “Houdini”, “Training session”, “Illusione” e una perla come “Watcha doing”, tutte dell’ultimo disco, sono canzoni che già fanno parte delle playlist dei locali di mezzo mondo e che continuano a rendere Dua Lipa protagonista della scena internazionale. Ora tute attillate ora minigonna e t-shirt, corpo di ballo alle spalle, riflettori vedo-non vedo: è musica che si fa ascoltare e guardare.

Senza considerare che il suo precedente album, “Future Nostalgia” (2020) è un apice che ha fatto scuola. Già cult tra i dischi di questa decade.

Il cambiamento Billie Eilish è qualcosa che guarda altrove. Al suo terzo lavoro in studio, “Hit me hard and soft”, uscito il 17 maggio, l’americana conferma: squadra che vince non si cambia. Torna a occuparsi di produzione e scrittura insieme al fratello Finneas. Ed è questa, sin dal 2019, anno del debutto, la forza di Billie Eilish. Riesce a mantenere quella spontaneità della musica fatta in cameretta e dell’illuminazione che parte da un giro di chitarra. Anche in questa uscita c’è il singolo forte, “Lunch”, che inizia con la melodia dolce e diventa sincopata. Il punto di forza rimane l’atmosfera cupa entro cui si muovono le parole quasi sempre sussurrate («colpisce la volontà programmatica di equalizzare e filtrare il suono in modo da creare una continua alternanza di apnea ed emersione», ne scrive il Manifesto). Per il resto, sembra una transizione verso una maturità – ricordiamoci l’età che ha, e che due sue canzoni hanno vinto già l’Oscar.

La critica Certo colpiscono due cose: nel giro di un mese quasi esatto, le tre artiste principali della musica internazionale hanno pubblicato il loro disco e si contendono le classifiche nello stesso momento. L’altra, è che da parte della critica, soprattutto quella italiana, nessuno dei tre album è piaciuto pienamente. «Tutta questa Taylor Swift rischia di stancare anche i fan di Taylor Swift» (Il Post), Billie Eilish è «una mezza delusione» per Internazionale e Dua Lipa è tacciata di poca originalità da mezzo panorama critico. Così è.

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