La Nuova Sardegna

Il ricordo

Dieci anni senza Rita Denza, l’ultima dea dei fornelli

di Alessandro Pirina
Dieci anni senza Rita Denza, l’ultima dea dei fornelli

I suoi piatti hanno deliziato sovrani e star del cinema. Era l’anima del ristorante Gallura di Olbia

05 luglio 2024
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Olbia Dieci anni fa l’isola ha detto addio all’ultima dea dei fornelli, Rita Denza, che morì a 78 anni all’ospedale di Olbia alle 8 del mattino del 5 luglio 2014 dopo una lunga malattia. Un’uscita di scena successiva di pochi mesi a quella del suo Gallura, l’albergo-ristorante al civico 145 di corso Umberto che lei aveva trasformato in un tempio della cucina. «Il ristorante migliore del mondo», per usare le parole del gastronomo dei gastronomi Luigi Veronelli. 

Il cuore di Rita Denza aveva iniziato a spegnersi il 16 gennaio, quando era stata rimossa l’insegna del suo albergo ristorante, chiuso per sfratto dopo 70 anni di attività. Un colpo al cuore per la città che aveva perso il suo rinomato tempio della cucina, ma soprattutto per lei, donna energica e vitale ma già fiaccata dal cancro, che aveva dovuto ammainare la bandiera innalzata dal padre negli anni Quaranta. Angelo Denza, di origine napoletana, era arrivato a Olbia nel 1932 per gestire l’albergo Italia, poi distrutto nel bombardamento del ’43. L’uomo, a quel punto, decise di rilevare l’ex hotel Pausania al civico 145 di corso Umberto e di ribattezzarlo Gallura. Nel 1972 gli subentrò la figlia Rita, che insieme al compagno Arnaldo Pascal in pochi anni lo fece diventare la cattedrale della cucina sarda. E non solo.

«Il migliore dei ristoranti al mondo», lo definì il gastronomo dei gastronomi Luigi Veronelli. Erano gli anni del boom della Costa Smeralda e in quel tratto di Sardegna era di casa il meglio del jet set internazionale. E così tra sovrani e principi, attori e cantanti iniziò a farsi conoscere l’unicità della cucina di Rita, già molto apprezzata dagli olbiesi doc. Il primo a parlare, anzi a scrivere, della magnificenza dei suoi piatti fu Luca Goldoni sul Corriere della Sera, che però non volle svelare dove il Gallura si trovasse. «Era un ristorante frequentato da clienti di gusto e di stile che ne confidavano l’indirizzo solo agli intimi di nobile palato e comprovato riserbo – ha sempre amato raccontare lo scrittore e giornalista bolognese –. Volli preservarlo dagli usurpatori, ma pochi giorni dopo un celebre gourmet spiattellò sui giornali indirizzo e telefono».

Da quel momento tutti, ma proprio tutti, vollero andare a sperimentare la cucina di Rita. L’attrice francese Leslie Caron diventò una sua affezionata cliente. Come l’avvocato Agnelli e il principe Aga Khan. Ai suoi tavoli anche Paola del Belgio, non ancora regina, e la star di “Blade runner” Rutger Hauer. Mike Bongiorno al Gallura era di casa. Come lo erano anche Ezio Greggio, Silvio Berlusconi, Ornella Vanoni e Gerry Scotti, che durante una puntata di “Chi vuol essere milionario” parlò del «prelibato gattuccio al cioccolato che sa fare una mia amica di Olbia». Nel 1985 Francesco Cossiga, allora presidente del Senato, scelse Rita Denza per preparare il pranzo per Carlo d’Inghilterra e Lady Diana in visita ufficiale a Porto Rotondo. E qualche lustro dopo Luigi Donà dalle Rose le chiese un paio di zuppe - come le sapeva fare solo lei - da offrire a Juan Carlos di Spagna. Tutti, nobili o senza titoli, rimanevano incantati dai piatti di Rita, ricercati, delicati e unici. «Una maestra della cucina – l’aveva definita Agostino Cicalò, presidente di Confcommercio –. Quello di ristoratore non è solo un mestiere ma è soprattutto un’arte». «Per Olbia è una perdita enorme, un vuoto incolmabile – aveva detto il sindaco Gianni Giovannelli –. Con Rita se ne va un’ambasciatrice della nostra città e dell’intera isola».

Negli ultimi anni il Gallura aveva anche dovuto fare i conti con la crisi, ma più che altro con la sfiancante lite giudiziaria con la famiglia Nurra, proprietaria dello stabile di corso Umberto. Dieci anni di udienze che si sono concluse con la sentenza di sfratto. «Mi sembra impossibile – aveva commentato Rita da Padova, dov’era ricoverata –. Mi hanno messa alla porta dopo 70 anni». Ma poi aveva giurato: «Riapriremo da un’altra parte con la stessa squadra. Il Gallura continuerà a esistere». Una promessa che purtroppo Rita non ha potuto mantenere.

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