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Musica

Il nuovo album di Sina: «La musica mi aiuta a guarire e crescere»

di Paolo Ardovino
Il nuovo album di Sina: «La musica mi aiuta a guarire e crescere»

Il rapper algherese su tutte le piattaforme con “Cupido senza ali”

12 luglio 2024
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Si intitola “Cupido senza ali”, il nuovo album di Sina per Island records/Universal music Italia. Classe 1995, algherese, rapper dalla penna sensibile e la voce melodica. Nel lavoro d’esordio, “Vortici”, del 2022, raccontava una vita che cresceva, col trasferimento a Milano e l’approdo al grande pubblico – ha partecipato al Red Bull 64 bars, firmato in major e collaborato con alcuni big del rap italiano –. Oggi lo sguardo è differente. Lucido.

Sono passati due anni dal tuo primo album a questo. Mi racconta come ha vissuto questo periodo?

«Ho fatto il mio primo tour, sia estivo che invernale, e soprattutto c’è stata tanta vita. Ho imparato cose nuove, forse inconsapevolmente entrate nel disco».

Quando ha cominciato a pensare al progetto di “Cupido senza ali”?

«Ho vissuto una situazione di rottura, sono stato male più o meno dallo scorso settembre. Volevo esprimere questo vissuto».

Perché il suo Cupido è senza ali?

«A una certa, ti rendi conto che l’amore è un sentimento importantissimo e per forza degli levargli le ali. Che non vuol dire smettere di sognare e innamorarsi ma smettere di idealizzare. Cupido senza ali può essere un bambino con un’arma in mano. Però non parlo solo di amore inteso come relazione, è più qualcosa di metaforico».

Nell’album ci sono tre feat: con Johnny Marsiglia, Tancredi e Gojardi.

«Per il primo, avevo già il brano “Il ragazzo e l’airone”, uno di quelli che credo rimarrà di più, e volevo una scrittura importante. Tengo a questa canzone, avrei voluto intitolare così proprio il disco. Con Tancredi è qualcosa a cui pensavo da tempo, fare un pop ma non leggero. Gojardi l’ho scoperto da una playlist, casualmente (ride), da lì ci siamo scritti su Instagram e la collaborazione è nata in maniera naturale. Mi piace il suo stile».

L’album sembra stare in equilibrio tra un animo sognante e uno disilluso, è così?

«Per me è un periodo di cambiamento, è un disco fatto per necessità di guarirmi. Disillusione? Sì, è un po’ la chiave del disco. Dall’altra parte, credo tanto nelle canzoni, quindi sogno anche molto».

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