La Nuova Sardegna

La serata di gala

Premio Navicella ad Eric Cantona: «Lo dedico ai miei antenati sardi»

di Andrea Sini

	Da sinistra Eric Cantona, Gianfranco Zola, Marta Maggetti e Matteo Porru 
Da sinistra Eric Cantona, Gianfranco Zola, Marta Maggetti e Matteo Porru 

Oltre alla stella del calcio la navicella nuragica è andata ad alcune eccellenze sarde: nello sport, nella letteratura e nella scienza

07 settembre 2024
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Inviato a Porto Rotondo L’eco di quei Manchester United-Chelsea si è spenta da un pezzo, ma la scia che certe leggende lasciano sul campo brilla anche a più di trent’anni di distanza. Brilla, il palco del teatro Mario Ceroli di Porto Rotondo, in questa serata di fine estate. luccica la navicella nuragica argentata che Gianfranco Zola consegna a Eric Cantona. «Ci rispettavamo in campo e stimavamo fuori, ma a quel tempo non sapevamo che l’intesa nasceva forse dall’avere entrambi sangue sardo. Perché se io sono così – ha sottolineato il campione francese – è perché ho antenati sardi».

La passerella tra due delle leggende della Premier League di fine millennio è uno dei colpi a sorpresa dell’edizione numero 23 del Premio Navicella Sardegna. La serata di gala del prestigioso premio, organizzato dall’associazione “Sardegna Oltre il Mare” si è svolta nella serata del 7 settembre con la cerimonia di consegna dei riconoscimenti. L’evento è stato condotto dalla giornalista Egidiangela Sechi, affiancata dall’attore Marco Spiga e dall’Orchestra da camera della Sardegna, diretta da Simone Pittau.

Lo sport è stato ovviamente soltanto uno dei grandi filoni che hanno caratterizzato l’evento. Le prestigiose navicelle per l’edizione 2024, realizzate dall’orafo cagliaritano Bruno Busonera, sono state infatti consegnate a personaggi di rilievo del mondo del giornalismo, delle scienze, della medicina e della musica. Il primo a salire sul palco è stato il giovane scrittore Matteo Porru, che ha dedicato il riconoscimento all’associazione Vela Blu, che si occupa di minori. «Ho iniziato a scrivere per comprendere il mondo che mi circondava e che non riuscivo a leggere – ha raccontato –. Ho cercato di creare un mondo mio, volevo controllare la mia vita attraverso un foglio».

Poi il biochimico e manager nuorese Bastiano Sanna, che dirige a Boston il team scientifico della Vertex, una delle più grandi industrie farmaceutiche mondiali e si occupa di terapie cellulari e genetiche, tra cui la cura genica della distrofia muscolare. «I miei studi affondano nella genetica della popolazione sarda – dice –. La talassemia è una croce per la Sardegna, e anche per la mia origine ho sempre avuto un occhio di riguardo per queste gravi malattie». Applausi per la flautista Silvia Careddu, cagliaritana con profonde radici tra La Maddalena e Bortigiadas, professore di flauto alla Zürcher Hochschule di Zurigo, l’École Normale de Musique di Parigi e la Royal Academy di Londra.

Ancora scienza, con il botanico Gianluigi Bacchetta, direttore dell’Orto Botanico di Cagliari dal 2015 al 2023, ordinario al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari e docente all’Università di Teheran. Ha dato vita alla Banca del Germoplasma e al Centro di Conservazione della Biodiversità e ha favorito la miracolosa rinascita di un olivo millenario vittima dell’incendio nel Montiferru.

Navicella anche per il cardiologo e filantropo Enrico Ferro, laurea in Medicina a Cagliari e ad Harvard, Biologia Molecolare graduato a Yale, specializzazione in Cardiologia ed Elettrofisica, autore tra l’altro studi come consulente del ministero della salute degli Stati Uniti.

Ovazione da stadio per Marta Maggetti, surfista cagliaritana reduce dalla medaglia d’oro ai Giochi di Parigi: la giovane olimpionica ha ricevuto il premio dalle mano della presidente della Regione, Alessandra Todde. Infine il siparietto tra gli ex calciatori Eric Cantona e Gianfranco Zola, due grandi campioni del passato. Ricevendo la Navicella dal collega di Oliena, il francese ha spiegato il suo rapporto con la Sardegna. «Mia bisnonna era di Torralba, mio bisnonno di Ozieri – ha detto –. Sono partiti da qui nel 1913 con mia bisnonna incinta. Sento l’appartenenza a questa isola, come la sento nei confronti della Catalogna. Le origini sono importanti e mi commuove ricevere questo premio di fronte a mio padre».

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