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Al Sabor argentino il gusto dell’asado

di Enrico Gaviano
Ramiro Cassina con John Kirwan giocatore di rugby neozelandese
Ramiro Cassina con John Kirwan giocatore di rugby neozelandese

L’ex rugbista Cassina dal campo alla graticola: «I sardi amano gli arrosti, sono carnivori nati»

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Un angolo di Argentina nel cuore di Cagliari. Il ristorante “El Sabor argentino” in via Pola è stato aperto da Ramiro Cassina, 57 anni, arrivato in Italia da Buenos Aires da giocatore di rugby e ora apprezzato ristoratore. L’asado è un simbolo identitario del Paese sudamericano e nel locale posto fra viale Trento e viale Trieste il manzo è il dominatore assoluto.

Ramiro ha imparato l’arte dell’asado nel suo Paese: «In ogni gruppo c’è sempre qualcuno che prepara gli arrosti perché mangiare insieme l’asado è una tradizione. Io ho iniziato così, pian piano. E ora penso di fare le cose per bene».

Da giocatore è stato fra i migliori che ha calcato i campi di rugby in Italia, tanto da meritare anche di giocare con la maglia della nazionale azzurra dove conta 8 presenze. In Sardegna è arrivato per fare il giocatore e allenatore ad Alghero e a Capoterra, le due capitali isolane della palla ovale. «Mi sono innamorato di questa terra – dice –. E ora sono legatissimo alla Sardegna. Una delle mie due figlie è nata qua. Ho iniziato l’attività di ristoratore a Capoterra 8-9 anni fa e dopo due anni ho pensato di essere pronto per provare ad aprire il locale a Cagliari».

Successo garantito dalla qualità dei prodotti offerti ma anche dal favore che ha incontrato la proposta di Ramiro Cassina: «I cagliaritani e i sardi sono dei carnivori nati. Amano molto gli arrosti e dunque il segreto è semplicemente offrire dei piatti all’altezza delle loro aspettative». I prodotti, poi, arrivano direttamente dall’Argentina settimanalmente. «Il fornitore ufficiale – ricorda – si trova a Milano. Gli ordini della buonissima Angus e degli altri prodotti vengono rispettati senza problemi visto che ci sono i collegamenti diretti con Buenos Aires. E dunque i clienti trovano sempre a tavola alimenti argentini originali».

In cucina a dominare è l’Angus, carne di manzo di grande qualità. «La cottura è fondamentale, chiaramente. Nella carta i nostri clienti possono scegliere fra tante alternative ma le parti preferite sono il lomo, parte interna della pancia, e la tapa. Ma chi viene qui ha ampia scelta e i nuovi clienti si fanno consigliare tantissimo».

La scelta sulle carni, infatti, è ampia. «Dall’entrecôte di Angus al sotto filetto, dalle costine allo scamone c’è tutto quello che si può desiderare da un Asado tipico argentino, compresa la salamella».

Nel menù di El Sabor argentino compaiono anche altri piatti tipici del Paese sudamericano: «Intanto le empanadas – ricorda Ramiro – che fanno parte della nostra cultura ma anche di quella spagnola e di quella della Sardegna. Sono fagottini che prepariamo con la carne e con le verdure o, ancora, con prosciutto e formaggio . Poi la provoleta e le insalate».

Dall’Argentina arrivano anche tante bevande come la birra e il vino: «Il nostro paese ha una buona fama per i vini - dice Ramiro Cassina –. Abbiamo bottiglie del produttore Malbec. Come birra non poteva certo mancare la nostra birra nazionale, la Quilmes».

Immancabili i dolci sudamericani per chiudere l’esperienza a “El sabor argentino”: «Abbiamo le panqueques e il flan entrambi con il classico dulce di leche, il dolce di latte. E poi alcuni accostamenti come i gelati alla vaniglia con il whiskey, il gelato di dulce de leche con cioccolato è il gelato di vaniglia e limone. Disponibile la crepe farcita con dulche de lece».

Inevitabile che il suo locale venga frequentato dai tanti giocatori argentini e uruguaiani che hanno giocato a Cagliari. «Sì – conferma Cassina – chiaramente sono tutti appassionati di asado. Con diversi di loro sono diventato molto amico come Lucas Castro, Gaston Pereiro, Nahitan Nandez. E anche con Giovanni Simeone. Beh, lui si vantava di saper fare l’asado ma quando ha acceso il fuoco si è sollevato tanto fumo che sembravamo immersi nella nebbia di Treviso. No, no. Meglio che giochi a pallone, quello lo sa fare bene».

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