Martino, Mario Bonarino e Maria Magdalena: La tragedia dei desaparecidos sardi
Il racconto della scrittrice Stefania Cuccu: le storie drammatiche durante la dittatura in Argentina
Le classi quinte dell’istituto tecnico Roth di Alghero, hanno avuto l’occasione di incontrare la scrittrice e insegnante sarda Stefania Cuccu che ha portato all’attenzione delle future menti critiche una storia che ci colpisce da vicino: la storia dei Desaparecidos. Ci troviamo in Argentina, nel 1976, quando un colpo di stato delle forze armate fece cadere la democrazia e instaurò la dittatura militare del generale Jorge Rafael Videla. Le atrocità del regime argentino erano indirizzate agli oppositori del regime, per lo più giovani universitari o sindacalisti. Venivano rinchiusi all’interno di centri di detenzione dove venivano torturati e fatti sparire: è l’orrore della Desaparicion. Sedati e caricati su degli aerei, i “voli della morte”, e gettati in mare aperto. Un delitto di massa, un orrore programmato. Un trattamento particolare era riservato alle oppositrici; oltre che massacrate, torturate e violentate dai propri esecutori, le ragazze incinte venivano lasciate vive sino al momento del parto, che avveniva in condizioni sanitarie e morali raccapriccianti. I neonati venivano rubati alle madri e ceduti alle famiglie vicine al regime, in modo che potessero crescere con “gente per bene”, non venendo mai a conoscenza della loro vera identità. Ruolo fondamentale nella vicenda lo ebbero “Las Madres de Plaza de Mayo”, le madri dei giovani scomparsi che marciarono intorno alla piazza per attirare l’attenzione internazionale in occasione dei mondiali che si giocarono in Argentina nel 1978. Compreso che i loro figli erano morti e che i bambini venivano lasciati in vita, crearono l’associazione de “Las Abuelas de Plaza de Mayo”. Nonne che tutt’oggi auspicano che i neonati rubati, ormai cresciuti, possano scoprire la loro vera identità e tornare dalla loro famiglia.
Stefania Cuccu ha portato i ragazzi a conoscenza del grande flusso di emigrati sardi che furono anch’essi vittime della dittatura. Una testimonianza è quella della sparizione, per mano della dittatura, di Martino Mastinu e della morte di suo cognato, Mario Bonarino Marras, ai quali oggi è dedicato il “Centro di documentazione Mastinu-Marras” a Tresnuraghes. E ancora, la storia di Maria Magdalena, una sarda che fu catturata e rilasciata ma che non riuscì a sopravvivere agli orrori subiti. Il suo ultimo desiderio fu quello di creare un Circolo degli emigrati sardi in Argentina per mantenere vivo il legame con la sua Isola. Questo desiderio è stato realizzato dal marito Oscar; è stato lui a portare a conoscenza la scrittrice di questo pezzo di storia sarda. Un intreccio di testimonianze confluite nel libro “Desaparecidos. La storia dell’emigrazione sarda in Argentina, le testimonianze alla dittatura del 1976/1983 e la ricerca della verità”. Il suo progetto si rivolge principalmente ai ragazzi delle scuole per “far conoscere e per non dimenticare” affinché questi orrori non si ripetano. L’insegnamento di Stefania Cuccu è che solo conoscendo le crudeltà della storia saremo in grado di opporci a ogni forma di discriminazione a favore di una giustizia senza confini. Il libro sarà distribuito gratuitamente ai ragazzi dell’ultimo anno delle superiori dell’isola, in quanto l’iniziativa è stata supportata dai Circoli degli emigrati sardi di Charleroi- Belgio, dagli emigrati del Circolo di Amburgo-Germania e finanziata dall’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna.
*Sofia frequenta l’I.I.S. A.Roth, indirizzo turismo, Alghero