Il pranzo vegano, dal ragù bianco alle polpette di lenticchie
A Cagliari il Cavò Bistrot di Valentina Puddu e Marchy Emadi: «Chiunque sia intollerante a latte e uova può trovare nella cucina veg la convivialità che molto spesso si perde in un menù tradizionale»
A quattro giorni dalla Pasqua iniziano i preparativi. E con il 20 aprile dietro l’angolo è impossibile pensare a feste senza l’elemento di unione per eccellenza: il cibo. Il pranzo della domenica è sinonimo di qualità, il Cavó Bistrot lo sa ed ecco un menu di Pasqua semplice da fare anche a casa. Alternativo. Gestito da Valentina Puddu e Marchy Emadi il ristorante vegano di Cagliari, in corso Vittorio Emanuele II, 14, dimostra come si possa mangiare green sotto le feste, senza perdere il gusto della tradizione. La prima portata scelta da Cavó Bistrot prevede due piatti, che possono funzionare insieme o come alternativa: “mini bruschette con pesto di pomodori secchi, mandorle tostate e basilico fresco” e “frittelline di patate e carciofi”.
«La crema di pomodoro secco sulle bruschette è un’esplosione di sapore che gioca con la croccantezza delle mandorle tostate e la freschezza del basilico – spiega la proprietaria del locale Valentina Puddu -. «I carciofi sono un ingrediente di cui andiamo fieri in Sardegna e che non può mancare sulle nostre tavole in questo periodo. La pastella è facilissima da realizzare con acqua, sale, pepe e farina di ceci, che vi regalerà una tenuta spettacolare, provare per credere!».
Come primo, impossibile rinunciare all’italianità, alla pasta, anche se rivisitata: “lasagna bianca con asparagi selvatici, besciamella allo zafferano e ragù bianco”. «La lasagna sarà ancora più buona se la preparerete con gli asparagi raccolti da voi e lo zafferano sardo – sostiene Valentina - . Il ragù bianco regalerà un’ottima consistenza alla vostra lasagna, si prepara con il classico soffritto e in commercio potete trovare il vostro macinato preferito o prepararlo a casa voi stessi con le lenticchie».
E proprio dalle lenticchie è composto il secondo: “polpette di lenticchie e spinaci al sugo”, una scelta che va a sostituire la carne e alza ulteriormente la qualità del menù. A pancia (quasi) piena arriva il dessert, che pone dolce fine al pranzo di Pasqua: “ciambellone all’arancia con gocce di cioccolato, ricoperto da glassa fondente e scorze candite”. «Arancia e cioccolato sono il connubio perfetto per chiudere in bellezza. Abbiamo scelto le arance perché in Sardegna siamo grandi produttori e in questa ricetta possiamo sfruttarle al massimo, usando il succo per l’impasto e la scorza candita come decorazione».
«Al Cavò proponiamo un menù che abbiamo creato insieme ai clienti negli anni, abbiamo ascoltato i loro feedback e puntato su semplicità, tradizione, consistenza e abbondanza». Un lavoro che parte dalle basi per la proprietaria del ristorante. «Abbiamo rivisitato piatti classici come le bruschette, la cacio e pepe, lo spaghetto aglio olio e peperoncino e i malloreddus alla campidanese, rendendoli accessibili a tutti e dandogli il nostro tocco personale. Un ristorante che ha un solo principio fondamentale, l’etica.
«La seguiamo nella scelta di ogni ingrediente, nel rapporto con i fornitori, nella selezione del personale, nell’interazione con ogni cliente – afferma Valentina -. Le persone con cui abbiamo la fortuna di collaborare da tanti anni mettono un incredibile amore in quello che fanno, e questo contribuisce a rendere i piatti ancora più buoni e l’ambiente del ristorante sereno e accogliente. Il cliente lo percepisce e si sente subito a casa».
«La cucina vegana è solitamente definita salutare e leggera. Lo è, ma per noi offre un qualcosa di più: inclusività». Per il gestore del Cavò un menù vegano è perfetto, non solo per chi sceglie di mangiare senza derivati, ma anche per chi è obbligato a farlo. «Chiunque sia intollerante a latte e uova può trovare nella cucina vegana la convivialità che molto spesso si perde in un menù tradizionale. Il non dover rinunciare a nulla e poter gustare tutti gli stessi piatti, incluso il dolce, offre un’esperienza estremamente gratificante».