Sicilia: Tajani, 'pensiero don Sturzo sempre attuale, il suo appello come faro'
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Caltagirone, 19 gen. (Adnkronos) - "Commemorare come facciamo oggi Luigi Sturzo nella sua Caltagirone non è solo un doveroso tributo alla memoria di una grande figura della storia e del pensiero italiano ed europeo. Certo, la memoria è importante: una società che non sia consapevole del proprio passato non può costruire il futuro in modo responsabile. Per questo la conoscenza della Storia non è un esercizio accademico ma deve essere parte viva delle nostre scelte di ogni giorno". Così, in un intervento su La Sicilia il vicepremier Antonio Tajani, atteso a breve a Caltagirone per ricordare don Sturzo. "Ma Sturzo non è solo una pagina di storia, per quanto importante: è una figura viva, attuale, che parla al futuro e non solo al passato dell’Europa, dell’Italia e prima di tutto della sua Sicilia- dice -La Sicilia che tanto amava, che lasciò a malincuore, nella quale esercitò responsabilità amministrative importanti, proprio a Caltagirone e nella provincia di Catania, confrontandosi dunque non solo con l’elaborazione teorica, ma con i problemi della quotidianità, compiendo un lavoro indefesso a favore dei più umili, specie nel mondo agricolo che conosceva bene. Lo fece favorendo non soltanto la beneficenza, ma le iniziative che consentivano l’emancipazione dalla miseria, la diffusione di una piccola imprenditorialità contadina, nella prospettiva dell’emancipazione con le loro stesse forze delle classi più deboli". "Ho usato la parola “classi” per semplicità, ma per Sturzo questo concetto non esisteva, la sua attenzione era alle persone, portatrici di diritti. Le persone alle quali da sacerdote riconosceva la sacralità in quanto creature fatte a immagine e somiglianza di Dio, e quindi portatrici di diritti naturali propri, non concessi da nessuno, tantomeno dallo Stato. Anche per questo fu nemico irriducibile dei due grandi totalitarismi del ‘900, il Fascismo e il Comunismo. Alle persone Sturzo da pensatore politico riconosceva un ruolo centrale, ne tutelava la libertà in ogni aspetto della vita, anche nella vita economica- dice Tajani-Sturzo era un convinto assertore della libertà di impresa, intesa proprio come strumento più efficace per emancipare i più deboli dalla povertà, per rilanciare quel mezzogiorno e quella Sicilia alla quale dedicò tante attenzioni". "Non è un caso del resto che il suo ultimo scritto importante, redatto nel 1959 a pochi mesi dalla scomparsa, fu proprio un appello ai siciliani, che conteneva una cruda disamina dei tanti problemi irrisolti della Sicilia, e denunciava, quando non era ancora di moda farlo, “l’oppressione dei mafiosi”- conclude - Anche per questo trovo commovente la circostanza che fa coincidere oggi questo convegno di Caltagirone, nel 106° anniversario dell’appello di Sturzo ai Liberi e Forti, con quello che sarebbe stato il 100° compleanno di un altro grande siciliano, il giudice Rocco Chinnici, martire della mafia. Figure come Chinnici, come Falcone, come Borsellino non sono stati solo grandi magistrati, sono simboli di una Sicilia che ci crede, che guarda ad un futuro diverso e migliore, fuori dall’oppressione mafiosa".