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Era bello giocare con la terra, altro che chattare

di Ilaria Canudu*
Era bello giocare con la terra, altro che chattare

Ieri si stava insieme all'aperto, oggi ci si incontra in modo virtuale. Non so se sia un bene

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Vi ricordate le estati trascorse a giocare “in vicinato” con i cugini? Quando restavamo tutto il pomeriggio al sole in cortile a fare le “polpette di terra” o a cercare animali particolari? Ripensando alla mia infanzia provo moltissima nostalgia, unita alla consapevolezza di aver vissuto esperienze felici che mi resteranno per sempre impresse nella mente e nel cuore. Al contrario, oggi non mi capita spesso di vedere bambini giocare tra di loro all’aperto. Questo è dovuto al fatto che la tecnologia ha semplificato la socializzazione, e in questo caso, non credo sia una cosa positiva. Per i ragazzi di oggi è molto più facile incontrarsi in una chat virtuale per giocare ai videogiochi con i loro amici, piuttosto che organizzarsi per uscire a fare una passeggiata nel verde, in un parco, e conversare dal vivo. A mio parere, a lungo andare questo approccio finirà per alienare i bambini dal mondo sociale, e creargli difficoltà importanti nella socializzazione con il mondo reale, al di fuori dei videogiochi e dei cartoni animati. Io in prima persona sono cresciuta guardando la tv e, ogni tanto giocando ai videogiochi, ma sempre in maniera controllata.

La tecnologia ha costituito una piccola parte della mia infanzia, che per il resto è stata ricca di esperienze sane, divertenti e memorabili che hanno contribuito alla formazione della mia personalità. Non concepisco che per un bambino sia normale la routine piatta, ripetitiva, di stare attaccato a uno schermo, senza avere la minima curiosità di cosa ci sia al di fuori. Fortunatamente in Sardegna, sopratutto nei piccoli paesi, tanti bambini crescono in modo socialmente sano, ma non è così ovunque, e questo dovrebbe preoccuparci. La tecnologia è una risorsa, ma può essere un’arma a doppio taglio poiché se usata in dismisura, e in età non adeguate, può creare molti problemi. I genitori e le scuole possono dare un grande contributo, controllando di più l’attività dei propri figli e spronandoli a socializzare al di fuori della nube di internet. Magari, consiglio dopo avere ascoltato Antonella Derriu e Donatella Palomba del parco di Porto Conte, portandoli a visitare quei posti meravigliosi.

Ilaria frequenta il Liceo scienze umane Sebastiano Satta Nuoro

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