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La solitudine rende invisibili: guardiamo agli altri oltre le apparenze

di Daniele Prost*
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Il periodo natalizio può rappresentare il momento ideale per riconsiderare le proprie priorità

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Il Natale è spesso descritto come un periodo di gioia, di riunioni familiari, di luci e festeggiamenti.Tuttavia, non tutti vivono il Natale con lo stesso spirito di allegria. Per molti, questo periodo dell’anno può diventare un momento di solitudine acuta, una solitudine che, anziché essere lieve, può assumere toni drammatici e pesanti.

La solitudine a Natale è soprattutto emotiva. Le aspettative sociali e familiari, che pongono la condivisione e la convivialità al centro delle festività, possono rendere ancora più dolorosa l’assenza di compagnia. Le persone che vivono da sole, che hanno perso una persona cara o che si trovano lontano dalla propria famiglia, spesso si sentono come se il mondo stesse festeggiando senza di loro. La solitudine diventa una sorta di “eco” che rimbalza nelle stanze vuote. La solitudine emotiva può essere anche il risultato di dinamiche familiari complesse, come separazioni, conflitti irrisolti o la mancanza di un legame affettivo forte. In questi casi, il Natale, invece di rappresentare un’opportunità per riconciliarsi, può acutizzare la distanza e il malessere. La mancanza di un abbraccio, di una parola affettuosa o di uno scambio di sguardi può fare sentire una persona invisibile, come se la propria esistenza non avesse un posto in quel contesto di festeggiamenti collettivi. La solitudine fisica, d’altra parte, può assumere sfumature altrettanto drammatiche. In molte città ci sono persone che vivono la propria condizione di solitudine in modo silenzioso, invisibile agli occhi degli altri. Gli anziani, in particolare, sono tra i più colpiti. Le loro case, prive di rumori e di voci familiari, diventano desolate. Se non hanno parenti vicini, molti di loro trascorrono le festività completamente soli.La solitudine fisica non è solo una condizione temporanea, ma può diventare una routine dolorosa .

La solitudine natalizia può anche essere legata a un contrasto tra la realtà e le aspettative sociali. Il Natale, infatti, è reclamizzato come un momento in cui tutti devono essere felici. Questo crea una pressione enorme per chi si trova in difficoltà, costringendolo a celare il proprio malessere per non sentirsi “diverso”. Infine, la solitudine natalizia può anche essere un’occasione di riflessione. Per alcune persone, il periodo natalizio può rappresentare il momento ideale per riconsiderare le proprie priorità. La solitudine forzata può spingere a una ricerca interiore, a una rielaborazione dei propri legami affettivi e, in alcuni casi, a una riscoperta della propria spiritualità. Forse, se ognuno di noi riuscisse a vedere il Natale non solo come una festa di consumi e apparenze, ma come un’occasione per mostrare empatia e solidarietà, la solitudine potrebbe essere almeno in parte alleviata, restituendo un po’ di speranza a chi si sente invisibile.

*Gabriele studia al liceo Spano di Sassari
 

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