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Non solo la riforma sanitaria, altre tre leggi regionali già impugnate: ecco quali

Non solo la riforma sanitaria, altre tre leggi regionali già impugnate: ecco quali

Commissariamenti Asl, i paletti del Ministero. Alla Consulta i due testi sulle aree idonee e sui medici di famiglia

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Cagliari L’impugnazione di fronte alla Corte Costituzionale di una legge regionale da parte del governo non è un atto straordinario. Quasi a ogni seduta del Consiglio dei Ministri, una qualche legge regionale finisce sotto la tagliola del Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della presidenza del Consiglio, per i più svariati motivi. Anche la Sardegna registra a ogni legislatura impugnazioni, per leggi importanti e leggine. Nelle ultime due, con Solinas e con Pigliaru, il governo ha impugnato rispettivamente 22 e 20 leggi nell’arco di cinque anni.

L’anomalia di questo primo anno sta nel fatto che delle 31 leggi approvate dal Consiglio, comprese le autorizzazioni all’esercizio provvisorio, e altre effettivamente di minor spessore, le più importanti, le due sulle aree idonee, quella sui medici di famiglia, e la probabile prossima sulla riforma del sistema sanitario, sono state o verranno impugnate. Una legge ha già avuto il responso finale della Corte Costituzionale. È la legge 5, la cosiddetta “moratoria” che bloccava per 180 giorni le autorizzazioni di impianti di rinnovabili in attesa della legge definitiva. La Corte ha “bocciato” la moratoria, con motivazioni che potrebbero trovare recepimento anche nella sentenza che riguarda la vera legge sulle aree idonee, la legge 20. Sulla sanità invece la lente del governo si è sinora posata sulla legge che consentiva gli incarichi ai medici di famiglia sino alla loro sostituzione e comunque non oltre giugno di quest’anno. Nonostante fosse un provvedimento di un solo articolo, che riguardava situazioni emergenziali e non prevedeva costi a carico del bilancio regionale, è stato impugnato lo stesso.

Ma c’è un altro provvedimento che ha visto il governo contrapporsi alla Regione. È il più importante, perchè riguarda il procedimento legato alla decadenza della presidente Todde. Dopo l’ordinanza/ingiunzione del collegio regionale di garanzia elettorale, infatti, e dopo la mozione del Consiglio Regionale che dava mandato alla presidente Todde di sollevare conflitto di attribuzione di fronte alla Corte Costituzionale contro questo provvedimento, c’è stata la costituzione in giudizio del governo. L’esecutivo Meloni si è opposto, con decisione del 28 marzo, al ricorso della Regione. A rappresentare Palazzo Chigi, come da legge l’Avvocatura dello stato. La stessa che non si è costituita in tribunale nel processo in corso in sede civile. Sarà comunque l’Avvocatura, dalle cui fila peraltro proviene il capo dell’ufficio legislativo del ministero della Salute, a predisporre il ricorso anche per la legge sulla sanità. Sui tempi si possono fare solo supposizioni: con una impugnazione prima di Pasqua, la Consulta potrebbe pronunciarsi a fine anno. (gcen)

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