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Fake news: la caccia agli utenti rischia di produrre disinformazione

di Maria Francesca Pittalis*
Fake news: la caccia agli utenti rischia di produrre disinformazione<br type="_moz" />

L’attenzione nella lettura ormai non supera gli 8 secondi, la maggior parte dei lettori si concentra su ciò che ha sotto gli occhi e non bada troppo all’attendibilità di ciò che sta leggendo

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Noi tutti siamo quotidianamente sommersi da informazioni provenienti dai social e da internet ed è molto facile imbattersi nelle fake news, le notizie non vere. In passato era difficile incappare in notizie false perché le notizie circolavano attraverso quotidiani, periodici, televisione e radio. Ma oggi, con l’avvento dei social, la situazione è completamente cambiata; infatti mezzi tradizionali come giornali e telegiornali vengono spesso tralasciati a favore di fonti alternative non soggette a controlli. Per non parlare di app come Instagram, Tiktok o Facebook che, pur avendo adottato politiche per limitare la diffusione di fake news, ne sono il principale veicolo. Questo rappresenta un grosso problema sia per i lettori che per i giornalisti stessi.

La maggior parte dei lettori infatti si concentra sull'informazione letta e non sull’attendibilità di ciò che sta leggendo, questo porta a una disinformazione generale. Ma la vita non è semplice nemmeno per gli stessi giornalisti che devono cercare di creare un rapporto di fiducia con il lettore per dimostrarel’affidabilità delle proprie notizie. Infatti secondo uno studio condotto da Microsoft, in Canada l'uso eccessivo di dispositivi elettronici ha abbassato la nostra soglia di attenzione ad appena otto secondi; perciò il lavoro di coloro che scrivono diventa ancora più difficile. Per questo molto spesso sono costretti a cercare escamotage per attirare l’attenzione dei lettori. Uno di questi è sicuramente il “clickbait”, pratica utilizzata da varie testate giornalistiche che utilizzano titoli accattivanti i quali spesso portano a una distorsione delle informazioni.

Un altro escamotage è la cosiddetta satira o parodia, ovvero articoli che sembrano essere report giornalistici autentici, ma che in realtà ridicolizzano un evento o una figura pubblica attraverso l'esagerazione e l'ironia. Tuttavia l’umorismo non viene sempre riconosciuto e le informazioni possono essere prese come vere. Ciò nonostante ciascuno di noi dovrebbe prendere coscienza di ciò che legge e di ciò che poidivulga perché una sola notizia falsa può influenzare qualsiasi nostro comportamento. Questo sarebbe più semplice attraverso una promozione dell’educazione mediatica, per sviluppare le competenze necessarie per analizzare tutte le informazioni, in un panorama sociale in cui la priorità è assicurare informazioni corrette, soprattutto agli adolescenti.

*Maria Francesca studia al liceo Pischedda di Bosa
 

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