La musica cura la memoria
Uno dei primi ad accorgersi dei benefici del canto fu Pitagora
Fin dalla nascita la musica è presente nella vita delle persone, dal feto che la madre porta in grembo al l’anziano, sia attivamente che passivamente. La musica può avere diverse funzioni. Nasce come passione, come esigenza di espressione personale, ma funge molto bene anche da terapia per le malattie neurologiche. La musica è composta da vibrazioni chiamate “hertz” che, a seconda di quali vengono attivate, generano un’emozione diversa e, tra queste, c’è anche il benessere dell’individuo. La musica riesce a stimolare la memoria che è di fondamentale importanza per i casi di demenza come quella provocata dall’Alzheimer. Facendo cantare al paziente le canzoni della sua infanzia o anche semplicemente ascoltare una determinata canzone, essa riuscirà ad attivare la sua memoria, perché il canto e la musica suscitano delle emozioni e le emozioni non vengono mai dimenticate, servono per generare ricordi, possibilità importante per chi soffre di questa malattia neurologica.
Uno dei primi ad accorgersi dei benefici del canto fu Pitagora. Lui iniziò ad inventare delle melodie in base alle problematiche delle persone, melodie riequilibranti per il loro benessere. Successivamente é nata la cantoterapia. Con il canto abbiamo la stimolazione dell’apertura delle finestre di riattivazione psicocorporee e quindi con suoni e vibrazioni naturali della voce, si assiste a fenomeni della riattivazione emotiva e cognitiva. In questo modo il paziente recupera anche il ricordo, che può esserelontano o recente, e si accendono in questo modo le sue aree celebrali. In più, a volte il paziente recupera la parola, anche se solo per essere in grado di rispondere a domande. Il canto insomma ci permette di entrare in contatto con la nostra dimensione più profonda che sono le emozioni.
*Elisa è una studentessa del liceo Margherita di Castelvì di Sassari