Alghero, anche l’Estate Musicale è arrivata al capolinea
La Regione ha tagliato i fondi alla rassegna internazionale di musica classica. Gli organizzatori costretti ad autofinanziarsi per coprire le spese finora sostenute
ALGHERO. Risale all’età dell’oro, quando la Riviera del Corallo è diventata la porta turistica della Sardegna, anche la rassegna “Estate musicale internazionale di Alghero”, evento di valore assoluto dedicato alla musica classica, finanziato dall’Azienda autonoma di soggiorno e poi ammesso ai finanziamenti ministeriali, che ha portato in città straordinari interpreti mondiali, come i violinisti Uto Ughi e Salvatore Accardo, per citare i più popolari. Ebbene, anche questa avventura è al capolinea.
Dopo quarant’anni e mezzo e 1052 concerti, l’associazione cagliaritana “Serate musicali in Sardegna” alza bandiera bianca. Il Ministero dei Beni e delle Attività culturali ha deciso di azzerare il finanziamento accordato sino all’anno scorso. La comunicazione è arrivata solo due settimane fa, a festival in corso, con sei concerti già tenuti e tanto di spese sostenute per affissioni, pubblicità, maestranze e strumenti.
«In Italia tutti gli operatori sono in subbuglio per la decisione del Ministero di tagliare su eventi che hanno una loro storia per dirottare i soldi su altre manifestazioni», è l’accusa di Barbara Lunetta, factotum dell’associazione cagliaritana del violoncellista Franco Maggio Ormezowski. Non si tratta di un taglio figlio della necessità, ma una scelta a danno di determinati eventi e a vantaggio di altri. «L’anno scorso ci hanno accordato un finanziamento di 62mila euro – spiega Barbara Lunetta – quest’anno non ci hanno dato niente, e ce l’hanno detto tre settimane dopo l’inizio della rassegna».
Per onorare gli impegni con musicisti, maestranze e fornitori «abbiamo messo mano alle nostre tasche», spiega la rappresentante dell’organizzazione. Qualcuno, sinora, è rimasto senza neanche il rimborso viaggio, «ma siamo un’organizzazione seria e rispetteremo gli accordi presi», assicura Barbara Lunetta. L’associazione è dispiaciuta per le scelte del ministero, ma la rabbia si trasforma in amarezza quando si parla di istituzioni regionali e locali. «Nessuno ha reagito ai nostri appelli, hanno lasciato morire una manifestazione internazionale senza degnarci di una risposta – è la constatazione –. Comune e Fondazione Meta, sollecitati più volte, non ci hanno ascoltato – dice ancora – la Fondazione Banco di Sardegna non ci ha mai dato niente, e la Regione quando ci ha finanziato l’ha fatto con cinque anni di ritardo». Per gli organizzatori del festival internazionale l’ultimo colpo è stato davvero letale.
«Abbiamo allestito un complesso e volevamo salvare almeno le loro tre serate, tra le quali una dedicata alla commemorazione del maestro Claudio Abbado, di cui questa città si è letteralmente dimenticata nonostante il rapporto privilegiato», è l’ultimo amaro commento. Poi c’è spazio solo per una considerazione. «La nostra associazione è cagliaritana, forse questo disturbava troppo».