La Nuova Sardegna

Alghero

La sentenza

Non ci fu alcun abuso sessuale: assolto un pizzaiolo 33enne

di Nadia Cossu
Non ci fu alcun abuso sessuale: assolto un pizzaiolo 33enne

Una giovane aveva detto ai carabinieri di esser stata drogata e violentata

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Sassari Nessun abuso ma, probabilmente, solo un approccio sessuale tra due giovani sconosciuti che si erano ritrovati in un locale, ubriachi e quindi senza la necessaria lucidità per scegliere e agire con consapevolezza.

Ieri mattina il collegio presieduto dal giudice Monia Adami (a latere Valentina Nuvoli e Paolo Bulla) accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Marco Salaris ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” un pizzaiolo 33enne di Alghero finito a giudizio con l’accusa di violenza sessuale.

Il pubblico ministero Angelo Beccu, nella precedente udienza, aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione (con la sospensione condizionale della pena) e il riconoscimento delle attenuanti. Perché il “consenso” (per così dire) mostrato da una giovane quasi trentenne rispetto agli approcci sessuali manifestati nei suoi confronti dall’imputato «era diretta conseguenza – aveva detto il pm – dell’assunzione di droga e alcol. E di questo lui era pienamente consapevole».

Il pizzaiolo era stato denunciato da quella ragazza che ai carabinieri all’epoca aveva detto: «Sono stata drogata e stuprata». La ricostruzione del pm davanti al collegio era partita dalla lunga serata del 19 novembre del 2016, quando la persona offesa aveva deciso di trascorrere una serata allegra e spensierata in compagnia di alcune amiche, passando da un locale all’altro e bevendo abbondantemente alcol. «La memoria della giovane, però, si ferma qui, perché non ricorda nulla di quello che è successo dopo essere stata nell’ultimo locale – aveva aggiunto il pm – Un vuoto di memoria che aveva provato faticosamente, dolorosamente a colmare». Di certo la mattina successiva si era svegliata nel proprio letto con il volto tumefatto, un dente rotto e un biglietto con un numero di telefono. Aveva chiamato il numero sul biglietto (che le aveva lasciato proprio l’imputato) e anche i suoi amici con cui aveva cominciato a percorrere a ritroso le tappe della serata. Aveva così scoperto di essere stata in vari locali e di avere incontrato quel ragazzo, continuando a bere e scambiandosi effusioni spinte. E aveva anche scoperto di essersi recata, insieme a lui, nella pizzeria dove il giovane lavorava, per appartarsi e consumare un rapporto sessuale. «Ma ciò che era successo all’interno della pizzeria non è affatto certo, salvo il fatto che proprio lì è caduta da un bancone, procurandosi varie ferite», aveva spiegato il pm.

Insomma un ricostruzione con troppe falle, le stesse ripercorse ieri mattina dall’avvocato difensore Marco Salaris che ha sottolineato come quella sera il suo assistito, «un bravo ragazzo senza precedenti», abbia probabilmente avuto «la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato». Incontrando in quel locale «una bellissima ragazza che gli era andata incontro e di sua iniziativa lo aveva baciato con passione. E non lo ha detto lui ma diversi testimoni che erano presenti in quel frangente».

Di diverso avviso l’avvocato di parte civile Luigi Esposito che ha invece sollecitato la condanna dell’imputato. Ma per i giudici il 33enne quella sera di novembre non commise alcuna violenza sessuale. Da qui l’assoluzione.

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