Fratelli dispersi in mare, la svolta dalla sim del cellulare
I familiari sperano negli accertamenti sul telefono di Giuseppe Deiana
Olbia Dieci giorni di silenzio, di disperate ricerche in mare e a terra, di attesa e di dolore. La speranza per i familiari di Giuseppe e Lorenzo Deiana, di cui non si hanno più notizie dal 19 aprile scorso, è ora legata ai loro telefoni cellulari, quelli che all’alba della vigilia di Pasqua avevano portato con sé quando avevano preso il largo con la propria barca verso Capo Figari per una battuta di pesca. È lì, su quei telefoni, che i familiari e gli amici più stretti dei due fratelli olbiesi, stanno rivolgendo la loro attenzione e attraverso i quali sperano di risalire al punto in cui potrebbe trovarsi la barca, forse finita in fondo al mare. La geolocalizzazione dei telefoni rappresenta, al momento, la priorità, l’emergenza su cui indirizzare l’attività di ricerca dei due giovani dispersi in mare. E, in particolare, dicono i familiari, assistiti dall’avvocato Pietro Cherchi, è urgente procedere con la duplicazione della sim del cellulare di Giuseppe, un dato che ancora manca.
Oggi 29 aprile c’è stato un lungo incontro tra i parenti e gli amici più stretti dei due ragazzi che in questi giorni si sono mobilitati nelle ricerche e il legale della famiglia. Un incontro per fare il punto su ciò che è stato fatto finora e che cosa c’è da fare. Mentre è continuo il confronto con la Capitaneria di porto che si sta occupando delle ricerche, condotte sotto la direzione del procuratore Gregorio Capasso che sulla scomparsa dei due ragazzi ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di collisione in mare e dato il via all’attività d’indagine, con delega anche alla polizia postale. Nella stessa mattinata c’è stato anche un confronto con la Prefetta di Sassari. «Tutte le autorità stanno intervenendo, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze», dice l’avvocato Cherchi.
La famiglia ha mosso dei passi anche per proprio contro. Nei giorni scorsi, attraverso il proprio legale ha attivato le indagini difensive e conferito l’incarico a un perito informatico per svolgere alcune attività relative ai dispositivi informatici di Giuseppe e Lorenzo. I dati sono stati condivisi con la Procura e la Capitaneria di porto che stanno, appunto, svolgendo le indagini. Dalla geolocalizzazione dei telefoni si spera di individuare il punto in cui potrebbe trovarsi la barca. Un’altra attività che si potrebbe fare, e anche questo è emerso nel corso dell’incontro con familiari e volontari, è la perlustrazione dei fondali con l’utilizzo dei Rov, robot subacquei che possono scendere in profondità. L’area è quella già circoscritta tra Cala Spada, Cala del Sonno, Capo Figari, il Cammino dei carbonai e l’isola di Figarolo. In quel tratto di mare i fondali raggiungono anche gli ottanta metri e oltre, di profondità. Intanto anche nella giornata di oggi alcuni sub privati hanno perlustrato la zona, soffermandosi in alcuni punti critici. Nessun esito. Così come ogni tentativo portato avanti finora, a fronte dell’importante mobilitazione avvenuta nelle ricerche, soprattutto nelle prime giornate dopo che era scattato l’allarme. In azione guardia costiera e vigili del fuoco, anche con mezzi aerei e droni, e tanti volontari sia a terra che in mare. La guardia costiera prosegue le ricerche. Sabato prossimo, in occasione di Plasticfree, giornata di pulizia del tratto costiero che va da Golfo Aranci a Cala Sabina, i volontari fanno sapere che presteranno maggiore attenzione nel caso rinvenissero particolari utili al ritrovamento o alle indagini. Avvolta nel silenzio più totale da dieci giorni, la scomparsa di Giuseppe e Lorenzo Deiana ha colpito nel profondo del cuore le comunità di Olbia e Golfo Aranci.