Truffe su investimenti esteri, tra gli arrestati un avvocato di Cagliari
Le vittime sono 27, alcune ultrasettantenni
CAGLIARI. C’è anche un avvocato cagliaritano di 53 anni, Ernesto Pacini, fra i tre arrestati dai finanzieri della seconda Compagnia di Cagliari per un serie di truffe nel settore degli investimenti finanziari, con vittime ventisette persone, di cui nove sardi residenti in provincia di Cagliari. I tre arrestati, oltre al professionista cagliaritano sono due intermediari finanziari del Veneto, ognuno rappresentante di società estere con sedi in Svizzera e Slovacchia. I tre avrebbero realizzato guadagni illeciti per circa un milione di euro. Sono stati posti agli arresti domiciliari per i reati di truffa aggravata ed abusivismo bancario, con l’aggravante della transnazionalità delle condotte delittuose.
L’attività d’indagine delle Fiamme Gialle, condotta sotto la direzione Procura di Cagliari, ha mosso i suoi passi nell’aprile del 2019 da una querela presentata da un cittadino della provincia di Cagliari ritenutosi truffato perché gli erano stati proposti investimenti finanziari in fondi esteri con una società svizzera, per il tramite di un avvocato cagliaritano, con promessa di una elevatissima remunerazione di fatto non mantenuta. Le indagini condotte dai Finanzieri si sono dall’inizio concentrate sull’individuazione di ulteriori potenziali soggetti truffati che fossero collegabili al denunciante e all’avvocato cagliaritano: sono stati così individuate dapprima altre tre persone, residenti nella provincia di Cagliari, anch’esse vittime della medesima truffa attuata con le stesse modalità. Lo schema fraudolento ricostruito ruotava intorno ad un sodalizio composto dai tre professionisti arrestati.
Le vittime del raggiro venivano convinte della possibilità di beneficiare di facili e veloci guadagni attraverso la sottoscrizione di contratti di investimento in fondi esteri con le citate società estere. A fronte dell’iniziale collocamento di denaro, i soggetti truffati ricevevano effettivamente dei primi guadagni, attraverso rientri di capitale, tali da indurli a credere nella bontà dell’investimento effettuato. Tale circostanza produceva, nei confronti degli artefici della truffa, un duplice beneficio: l’incremento della somma investita ed un feedback positivo, tale da far sì che ulteriori soggetti potessero legarsi alla catena fraudolenta degli investimenti. Successivamente però, le somme fornite non venivano più investite in prodotti finanziari, ma rimanevano nella disponibilità degli ideatori del meccanismo, i quali ne beneficiavano esclusivamente per proprie esigenze, venendo meno all’impegno assunto.
A seguito dei primi riscontri, il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha disposto l’esecuzione di perquisizioni nei confronti dei tre soggetti coinvolti e l’analisi dettagliata dei supporti informatici e della documentazione sequestrata, che ha consentito agli uomini delle Fiamme Gialle della seconda compagnia di Cagliari di individuare complessivamente ventisette persone truffate con le medesime modalità, di cui nove residenti nella provincia di Cagliari, che nel tempo avevano effettuato bonifici a vantaggio degli indagati per una somma complessiva quantificata in 1 milione di euro. Dei ventisette soggetti vittime del meccanismo fraudolento, sette sono risultati essere ultrasettantenni. A conclusione delle indagini, su disposizione dell’autorità giudiziaria, i tre professionisti coinvolti nel sistema fraudolento sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
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