Chiude la sede di rappresentanza a Cagliari
Adibita alle relazioni esterne dell’Isre, costa 200mila euro l’anno: «Inopportuna e antieconomica»
NUORO. Nel luglio scorso il caso dei presunti tagli per due milioni di euro che contrappose l’Isre con la Regione (in realtà i fondi erano a disposizione dell’istituto come avanzi di bilancio, fece notare l’assessorato alla Cultura). La prima conseguenza fu l’annullamento del Sieff 2014, il festival biennale dedicato ai documentari etnografici. Ora i tagli alle spese ritenute superflue: chiude infatti a Cagliari la sezione adibita a «Promozione, rappresentanza e relazioni esterne dell’Isre». Istituita nel 2002, ha sede in via Tola, vi lavorano cinque persone. Il costo come si evince dai bilanci dell’Isre è di circa 200mila euro l’anno, al quale presumibilmente si sommano i costi dei dipendenti. I quali, secondo quanto si apprende, hanno tempo sino al 2 gennaio per fare rientro nella sede centrale, appunto Nuoro.
La decisione è stata presa alcune settimane fa dal consiglio d’amministrazione dell’istituto, presieduto da Bruno Murgia, al quale ha partecipato come consigliere Alessandro Bianchi, sindaco di Nuoro. La chiusura è stata proposta dal nuovo direttore facente funzioni Antonio Deias, il quale ha sostenuto come la dislocazione del personale fuori dalla sede istituzionale sia inopportuna e antieconomica.
Un dato evidenziato alcuni mesi fa anche dal segretario regionale della Uil Funzione Pubblica, Giampaolo Spanu, il quale aveva chiesto una verifica sulla «congruità dell'ufficio di Cagliari in termini di rapporto tra funzioni/dipendenti/spese». Sempre a Cagliari, l’Isre ha in carico la Collezione Cocco, ma l’appalto per la gestione viene dato in esterno. (p.me.)