L’ex sindaco Zidda: sogniamoci l’elisoccorso
«E le ferrovie? Tolto il romantico Trenino verde, resteremo privi di qualunque servizio»
NUORO. «Sogniamoci l’elisoccorso, noi abitatori di questo lontano e selvaggio territorio. Al più, gli elicotteri, ce li vedremo sorvolare, su queste terre e queste genti sperdute, occupati da spedizioni di curiosi antropologi, etnologi, geografi, esploratori e potenti di ogni provenienza. E noi, dal basso, agiteremo i nostri sèrti di fiori selvaggi, e odorosi rami di cisti e lentischi e ginestre». Ironico e persino poetico, l’ex sindaco di Nuoro Mario Demuru Zidda. Tanto preoccupato quanto desolato, a voler leggere il futuro delle zone interne. Di Nuoro e del Nuorese, delle Barbagie e dintorni. «Parrebbe che a quelli di noi, buzzurros dell’interno – incalza l’esponente del Partito democratico –, che intendessero recarsi a Cagliari o Sassari o a Olbia utilizzando i modernissimi collegamenti ferroviari super veloci, sia riservato il trattamento privilegiato di raggiungere Oristano o Chilivani col mezzo che ci pare (!) per poi poter saltare sulle carrozze dei nuovi treni “stellari”». Né elisoccorso, né treni, insomma: Nuoro resta a secco, può aspettare ancora, mentre continua a spopolarsi e a perdere pezzi.
«Piano piano torneremo ad essere ciò che siamo già stati, in altri tempi della storia... colpevoli perfino di avere nostalgie di tempi migliori. Dovremo occultare anche i nostri sogni, per non scandalizzare i nostri efficientatori, così raffinati pensatori» va avanti spedito Mario Demuru Zidda, che non fa nomi e cognomi, anche se il messaggio è chiaramente indirizzato alla Regione. Salvo poi soffermarsi sul ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, nei giorni scorsi a Oristano, «che sa tanto di sardo al punto da abbassare le nostre difese (che raccoglie il giusto “successo” di accorciare di dieci minuti i tempi di percorrenza ferroviaria Cagliari-Sassari dopo tanto penare a causa di bizzarre carrozze e maldestrezze tecniche) ci fa tornare in mente che la Sardegna centrale e centro-orientale e orientale è priva di qualunque servizio ferroviario, tolto il romantico trenino che corre fra i ciliegeti di Gairo-Osini-Seui nella improbabile tratta Tortolì-Mandas del Novecento ultimo scorso». Altri tempi, a scartamento ridotto. Ora, invece, la parola d’ordine, ironizza ancora l’ex primo cittadino di Nuoro (per due mandati consecutivi al governo della città), è “Efficientamento”, senza fermate intermedie, «che sarebbero anti-efficientamento». «Tranne Chilivani, appunto; ciò che è stato oggetto di una simpatica battuta alla conferenza stampa di Villa Devoto a Cagliari (sede istituzionale della presidenza della Regione, ndr): perché altrimenti non sembra di essere in Sardegna». E Macomer con il suo Centro intermodale? La risposta è semplice: «Questo potrebbe essere ridestinato a un destino di “inutilità efficientamentata”» chiude coniando l’improbabile neologismo.