Cuoco da Oscar in vetta alla ristorazione sarda
di Stefania Vatieri
Alessandro Puddu premiato allo Chef Award 2018: «Tutto ciò lo devo al proprietario del Rifugio»
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NUORO. È partito da zero, come lavapiatti nella cucina del ristorante nel cuore della città. Oggi Alessandro Puddu è considerato uno dei migliori chef d’Italia. Tanto da conquistare l’Oscar della ristorazione italiana agli Chef Award 2018. L’evento, andato in scena il 14 maggio nella cornice del Forte Village Sardegna, celebra i Best chef italiani e i migliori ristoranti con la più alta web reputation. «È stata una gradita ma inaspettata sorpresa – confida lo chef nuorese –. Sono contento e allo stesso tempo soddisfatto perché mi sento ripagato dei sacrifici e del grande lavoro svolto in tutti questi anni». A essere premiato è stato anche il locale dove attualmente Alessandro lavora: il Lanthia Resort Restaurant di Santa Maria Navarrese, incoronato come migliore ristorante con le più alte recensioni web. Un riconoscimento che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, il talento e la passione del cuoco nuorese, cresciuto tra i fornelli e le pentole del ristorante il Rifugio, dove all’età di 17 anni ha iniziato a lavorare. «Ricordo ancora il mio primo giorno di lavoro: ero poco più che un ragazzino e avevo deciso di non continuare con gli studi per iniziare a lavorare come lavapiatti nelle cucine del Rifugio» racconta.
Lava pentole e stoviglie e intanto osserva con curiosità il lavoro dei cuochi. È affascinato da quello che la cucina può creare. «Stava nascendo in me una grande passione per il cibo e la cucina – racconta Alessandro – e qualche anno dopo, grazie all’intuito di Silverio Nanu, il proprietario del ristorante, ho capito che era quello che avrei voluto fare». Quando Alessandro pronuncia queste parole, il centro del racconto diventa un altro: la gratitudine verso coloro che gli hanno consentito di fare pratica. Perché nonostante l’obiettiva importanza di alcune basi teoriche, «che pure ci sono state, perché sono convinto che senza lo studio e la ricerca non si possano raggiungere prestazioni ottime», ciò per lo chef da Oscar Made in Barbagia è davvero importare è l’esperienza acquisita sul campo. E quel senso di gratitudine verso «la persona che per me è stata fondamentale nel corso della mia vita professionale» sottolinea, e che in un certo qual modo ha contribuito a farne il punto di riferimento delle cucine del ristorante ogliastrino Lanthia.
«Questa persona è Silverio Nanu, che fin da subito e prima di me è riuscito a capire quale fosse la mia strada – dice con un filo di emozione Alessandro –. È grazie a lui che ho capito quanto fosse fondamentale la comunicazione, perché sala e cucina devono andare a braccetto – conclude il ristoratore –. Puoi anche essere il più bravo del mondo, ma è fondamentale che fuori ci sia un comunicatore che sappia raccontare la tua cucina e incuriosire le persone. Perché alla fine uno cerca di far vivere ai clienti un’emozione».
Lava pentole e stoviglie e intanto osserva con curiosità il lavoro dei cuochi. È affascinato da quello che la cucina può creare. «Stava nascendo in me una grande passione per il cibo e la cucina – racconta Alessandro – e qualche anno dopo, grazie all’intuito di Silverio Nanu, il proprietario del ristorante, ho capito che era quello che avrei voluto fare». Quando Alessandro pronuncia queste parole, il centro del racconto diventa un altro: la gratitudine verso coloro che gli hanno consentito di fare pratica. Perché nonostante l’obiettiva importanza di alcune basi teoriche, «che pure ci sono state, perché sono convinto che senza lo studio e la ricerca non si possano raggiungere prestazioni ottime», ciò per lo chef da Oscar Made in Barbagia è davvero importare è l’esperienza acquisita sul campo. E quel senso di gratitudine verso «la persona che per me è stata fondamentale nel corso della mia vita professionale» sottolinea, e che in un certo qual modo ha contribuito a farne il punto di riferimento delle cucine del ristorante ogliastrino Lanthia.
«Questa persona è Silverio Nanu, che fin da subito e prima di me è riuscito a capire quale fosse la mia strada – dice con un filo di emozione Alessandro –. È grazie a lui che ho capito quanto fosse fondamentale la comunicazione, perché sala e cucina devono andare a braccetto – conclude il ristoratore –. Puoi anche essere il più bravo del mondo, ma è fondamentale che fuori ci sia un comunicatore che sappia raccontare la tua cucina e incuriosire le persone. Perché alla fine uno cerca di far vivere ai clienti un’emozione».