Nuoro, Emodinamica in sofferenza: infarti vietati per alcuni giorni
San Francesco, in Cardiologia due soli specialisti: obbligatorio il riposo
Nuoro Avviso ai cardiopatici, consapevoli o incosapevoli, che fanno riferimento all’ospedale San Francesco di Nuoro. Meglio non avere un infarto, almeno dalle 14 del 23 gennaio alle 8 del giorno successivo, e dalle 14 del 25 gennaio fino alle 8 del 26. Infatti per “criticità non compensabili”, durante questi due giorni, l’attività di emergenza-urgenza del servizio di Emodinamica dell’ospedale non sarà disponibile in quegli orari. Il servizio, che ha in carico patologie tempo-dipendenti per definizione, è stato già sospeso nel pomeriggio del 17 gennaio fino alle 8 di ieri. La comunicazione è arrivata ai reparti dalla direzione medica dell’ospedale con una nota nella quale si legge: «Si chiede pertanto la disponibilità di centralizzare presso i presidi ospedalieri di codeste Aziende, laddove dotati di servizi di Cardiologia interventistica, i pazienti con patologie cardiache che necessitano di prestazioni di Emodinamica». Nell’unità di terapia intensiva di Cardiologia ci sarà un dirigente medico ma la sua presenza servirà «per eventuali trasferimenti verso altri presidi di pazienti con patologie cardiache afferenti direttamente al San Francesco». Il problema è presto detto. L’Emodinamica della Cardiologia di Nuoro conta su due esperti ed è aperta 24 ore su 24, sette giorni su sette. Ma due medici hanno il dovere, oltre che il diritto, di riposarsi, e per questa ragione il primario, Mauro Pisano, è costretto a imporre uno stop a tutela loro e dei pazienti. Nel 2023 l’emodinamica si è fermata, per alcune ore al giorno, non più di sei giorni: ha comunque garantito l’efficienza anche per pazienti provenienti dall’Ogliastra, alta Gallura, da parte dell’Oristanese e da parte del Goceano. Come d’altronde il reparto, fortemente sottodimensionato visto che ha in servizio 13 dei 24 medici previsti. Si rileva la mancanza di una governance regionale che imponga alle strutture con più emodinamisti di soccorrere quelle che soffrono la carenza. Dovrebbe essere logico in un sistema di rete, ma non avviene. Prima di decidere la chiusura dell’Emodinamica, da Nuoro viene sistematicamente chiesto alle aziende che hanno più risorse la disponibilità a inviare emodinamisti per garantire la copertura dei turni sull’arco delle 24 ore. Dalla chiusura annunciata, si deduce che queste disponibilità non ci siano. Avviene però, per fare un esempio, che da Sassari arrivino due emodinamisti a Lanusei, dove non c’è l’emodinamica; e Nuoro dove invece c’è la Cardiologia interventistica, si trova costretto a chiudere. Eppure queste trasferte verrebbero pagata dalla Asl di Nuoro esattamente allo stesso modo e con la stessa puntualità. A cosa serva inviare emodinamisti che in caso di emergenza non possono intervenire – perché li si invia in una struttura priva della sala di Emodinamica – , resta un mistero. Un discorso analogo riguarda la copertura degli organici. I concorsi contuano a essere banditi su scala regionale, e la conseguenza è che presidi ospedalieri dei grandi centri di Cagliari e Sassari, prima scelta per i candidati, raggiungo percentuali consistenti, anche del 90 per cento, della copertura degli organici. Nuoro è al 50 per cento. Eppure è stato il primo centro in Sardegna in assoluto a trattare l’insufficienza tricuspidale per via percutanea, il secondo centro in Sardegna per numero di ablazioni, il secondo per numero di chiusura di auricole sinistre. Ma in coda per gli organici, senza che si metta mano a un sistema territorialmente sbilanciato. Conseguenza, le chiusure temporanee. © RIPRODUZIONE RISERVATA