Antonello Piras uccise lo zio a Lula: condannato a 12 anni di reclusione
La sentenza del gup per il 22enne a giudizio per aver ucciso Nico Piras. Pm e difesa hanno sostenuto la tesi della provocazione
Nuoro È stato condannato a 12 anni, dal gup Mauro Pusceddu, così come aveva chiesto il pm Ireno Satta, Antonello Piras, il giovane di 22 anni accusato di aver ucciso con un colpo di pistola lo zio Nico Piras il 2 ottobre dell’anno scorso. Il delitto era avvenuto al termine dei festeggiamenti per le ultime Cortes apertas, a Lula, dello scorso ottobre. Il giovane aveva confessato il delitto qualche giorno dopo averlo commesso, ed essersi allontanato dal paese. Ma aveva anche precisato di aver sparato solo per difendersi, perché lo zio Nico era armato e lo aveva provocato per tutto il giorno, minacciandolo di fargli fare la fine del padre Angelo Maria. Un delitto, quest’ultimo, per il quale Nico Piras in quel momento era a processo insieme all’ex moglie davanti alla corte d’assise d’appello. Nell’udienza finale davanti al gup, anche il pubblico ministero Ireno Satta nella sua requisitoria ha accolto la tesi della provocazione da parte dello zio. E ha concluso con una richiesta di condanna a 12 anni. Una ricostruzione e una richiesta che evidentemente non hanno per nulla convinto gli avvocati di parte civile, per la mamma e per il figlio di Nico Piras, Francesco Lai e Chiara Madia. Che nel corso della loro discussione hanno infatti ricordato come agli atti del processo non esistessero prove della supposta provocazione, né tantomeno del fatto che Nico Piras fosse armato. Ma che, piuttosto, esistessero testimonianze e intercettazioni che provavano il fatto che l’unico provocato quel giorno fosse stato Nico Piras. I difensori del giovane imputato, gli avvocati Giovanni Colli e Francesco Mossa, nelle loro arringhe hanno raccontato invece come il loro assistito fosse stato una vittima. Sin da quando aveva subito la perdita del padre. E la sera delle Cortes, quando lo zio lo aveva minacciato più volte di fargli fare la stessa fine del genitore, mostrandogli anche di avere una pistola con sè.