La Nuova Sardegna

Olbia

Il vescovo: la politica abbia più coraggio

di Angelo Mavuli
Il vescovo: la politica abbia più coraggio

Da Sanguinetti l’augurio che per il 2015 gli amministratori isolani si interessino di più al bene comune e meno alle elezioni

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TEMPIO. «La Politica ascolti la voce degli ultimi, si preoccupi meno della salute del partito di appartenenza o del risultato elettorale delle prossime consultazioni e abbia, infine, il coraggio di fare pulizia al suo interno quando ciò si rendesse necessario». Questo, in estrema sintesi, il pensiero del vescovo della diocesi di Tempio–Ampurias, monsignor Sebastiano Sanguinetti.

«Non desidero né voglio fare la predica a nessuno – dice monsignor Sanguinetti, alla richiesta di un parere sulla politica locale e regionale, posso dire però che cosa la Chiesa e la società si aspettano dalla politica. Io credo che quest’ultima dovrebbe ascoltare molto di più la voce degli ultimi, degli esclusi, di quelli che sempre di più vengono lasciati ai margini della società. Alla politica, che Sant’Agostino definiva come la più alta forma di carità – dice ancora il vescovo – io chiederei di preoccuparsi meno della salute del proprio partito o del consenso alle prossime consultazioni per interessarsi invece del bene comune. Questa, io credo, debba essere la grande svolta. In politica, dice ancora il vescovo, ci sono tantissime persone degne di stima. È anche vero però che ci sono troppe zone d’ombra. È necessario quindi che la politica sia forte e coraggiosa, capace anche di fare pulizia al suo interno quando è necessario».

Interessante capire a questo punto quali possono essere le reazioni a livello politico. «Ritengo che le parole di sua Eccellenza – dice Nicola Comerci, ex segretario Pd, ora indipendente di sinistra –, abbiano colto nel segno nell’indicare ciò che costituisce la crisi profonda della politica contemporanea. La sua incapacità di pensare agli ultimi e agli esclusi. Aggiungo di più. È la politica stessa a generare esclusione, fallendo così, in duplice misura, quello che dovrebbe essere il suo compito, il perseguimento cioè del bene comune. Dovrebbe far pensare, infine – conclude Comerci –, il fatto che un richiamo così severo giunga da una personalità estranea alla politica. Si tratta di un monito che non può essere in alcun modo trascurato da chi ancora crede che la politica sia una cosa seria».

«Il richiamo del vescovo – dice Vittorio Masu, area Pd –, tuona come un monito nei confronti di tutta la classe politica del nostro territorio e dell’isola. Nelle sue semplici quante dure parole ho riletto mentalmente la lettera pastorale con la quale Sanguinettti apre un dialogo diretto fra la Chiesa e la società civile. In particolare quando il vescovo si sofferma sulla valorizzazione dei giovani e sul ricambio generazionale. Non me ne voglia nessuno, tantomeno monsignor Sanguinetti, se comunque, volgendo lo sguardo alla politica locale faccio mie le sue parole, affermando che non ci potrà essere nessuna svolta politica se non proprio attraverso un ricambio generazionale della classe politica e dirigenziale e attraverso una “pulizia interna” dei suoi organi dirigenti».

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