La Sinergest chiede sei milioni
di Giandomenico Mele
Il sindaco-presidente Nizzi: «Minimo garantito incongruo, chi l’ha deciso non conosce questa realtà»
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OLBIA. Fronte del porto e carte sul tavolo. La Sinergest ha incontrato ieri sera i sindacati per illustrare il progetto di finanza per la gestione del porto Isola Bianca di Olbia. Un incontro convocato in Comune, con il sindaco Settimo Nizzi nel duplice ruolo di primo cittadino e presidente di Sinergest. Insieme a lui Massimo Mura, amministratore delegato di Tirrenia e rappresentante del cda di Sinergest, insieme a Giuseppe Savarese, comandante d’armamento di Moby e uno degli uomini di punta del Gruppo Onorato.
Il progetto. In vista dell’incontro con l’Autorità di sistema portuale della Sardegna di domani, la Sinergest ha chiarito alcuni punti chiave della sua proposta. Il primo consiste nell’aumento di tre volte del minimo garantito, l’attuale milione e 900 mila euro l’anno stabiliti dall’advisor Sinloc per la gestione dell’Isola Bianca. Sinergest chiede, dunque, una cifra vicina ai 6 milioni di euro. A fronte di questo, il progetto di finanza prevede investimenti superiori ai 6 milioni di euro chiesti nella manifestazione di interesse per il partenariato pubblico privato elaborata dalla Adsp. Che non aveva raccolto offerte. Sinergest punterebbe sulla realizzazione di un terminal croceristico tra i più importanti del Mediterraneo, con servizi all’avanguardia.
I lavoratori. I sindacati hanno chiesto la soluzione al problema dei trenta lavoratori fissi della Sinergest con la lettera di licenziamento in tasca, che sarebbero fuori a partire dal prossimo primo gennaio 2020. La proposta sul tavolo sarebbe quella di un affidamento temporaneo alla Sinergest dei servivi attualmente svolti, almeno fino all’assegnazione alla stessa Sinergest o ad un eventuale altro concorrente sulla base di un nuovo bando di gara. «Tratteremo questi temi nell’incontro chiesto all’Autorità di sistema portuale, approfondiremo il nostro project financing e cercheremo di capire se esistano i presupposti per il proseguimento dell’attività di Sinergest all’Isola Bianca – ha spiegato Massimo Mura -. Se la gara con la base di un milione e 900 mila euro è andata deserta, vuol dire che i presupposti economici non erano adeguati. Questa è una condizione ostativa per la prosecuzione del rapporto».
Nizzi. Concetti ribaditi da Settimo Nizzi, nella sua veste di presidente di Sinergest. «Il lavoro dell’advisor dimostra la mancanza di conoscenza della realtà di Olbia. Ha scelto di assegnare una cifra assolutamente incongrua per la quantità di servizi richiesti – ha sottolineato il sindaco -. Infatti non si è presentato nessuno da tutta Europa. Conosciamo il porto di Olbia e sappiamo che con quella cifra non si pagano nemmeno i dipendenti». La modifica normativa stabilisce che ora sia la Port authority a riscuotere le tasse d’imbarco. Sinergest incassava circa 8 milioni di euro l’anno. Il 25 per cento andava all’Autorità portuale, più altri oneri. Il risultato finale corrispondeva a circa 6 milioni di euro. Esattamente quanto la società chiede oggi.
I sindacati. «La Sinergest ha illustrato un progetto di finanza per il porto di Olbia ambizioso, al quale andrà data una risposta nei termini di legge – ha osservato Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil -. Noi dobbiamo pensare all’occupazione. Si devono garantire la continuità del servizio e di conseguenza i posti di lavoro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il progetto. In vista dell’incontro con l’Autorità di sistema portuale della Sardegna di domani, la Sinergest ha chiarito alcuni punti chiave della sua proposta. Il primo consiste nell’aumento di tre volte del minimo garantito, l’attuale milione e 900 mila euro l’anno stabiliti dall’advisor Sinloc per la gestione dell’Isola Bianca. Sinergest chiede, dunque, una cifra vicina ai 6 milioni di euro. A fronte di questo, il progetto di finanza prevede investimenti superiori ai 6 milioni di euro chiesti nella manifestazione di interesse per il partenariato pubblico privato elaborata dalla Adsp. Che non aveva raccolto offerte. Sinergest punterebbe sulla realizzazione di un terminal croceristico tra i più importanti del Mediterraneo, con servizi all’avanguardia.
I lavoratori. I sindacati hanno chiesto la soluzione al problema dei trenta lavoratori fissi della Sinergest con la lettera di licenziamento in tasca, che sarebbero fuori a partire dal prossimo primo gennaio 2020. La proposta sul tavolo sarebbe quella di un affidamento temporaneo alla Sinergest dei servivi attualmente svolti, almeno fino all’assegnazione alla stessa Sinergest o ad un eventuale altro concorrente sulla base di un nuovo bando di gara. «Tratteremo questi temi nell’incontro chiesto all’Autorità di sistema portuale, approfondiremo il nostro project financing e cercheremo di capire se esistano i presupposti per il proseguimento dell’attività di Sinergest all’Isola Bianca – ha spiegato Massimo Mura -. Se la gara con la base di un milione e 900 mila euro è andata deserta, vuol dire che i presupposti economici non erano adeguati. Questa è una condizione ostativa per la prosecuzione del rapporto».
Nizzi. Concetti ribaditi da Settimo Nizzi, nella sua veste di presidente di Sinergest. «Il lavoro dell’advisor dimostra la mancanza di conoscenza della realtà di Olbia. Ha scelto di assegnare una cifra assolutamente incongrua per la quantità di servizi richiesti – ha sottolineato il sindaco -. Infatti non si è presentato nessuno da tutta Europa. Conosciamo il porto di Olbia e sappiamo che con quella cifra non si pagano nemmeno i dipendenti». La modifica normativa stabilisce che ora sia la Port authority a riscuotere le tasse d’imbarco. Sinergest incassava circa 8 milioni di euro l’anno. Il 25 per cento andava all’Autorità portuale, più altri oneri. Il risultato finale corrispondeva a circa 6 milioni di euro. Esattamente quanto la società chiede oggi.
I sindacati. «La Sinergest ha illustrato un progetto di finanza per il porto di Olbia ambizioso, al quale andrà data una risposta nei termini di legge – ha osservato Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil -. Noi dobbiamo pensare all’occupazione. Si devono garantire la continuità del servizio e di conseguenza i posti di lavoro».
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