Italia Nostra: «Con il Puc erosi 100 ettari di suolo»
di Serena Lullia
L’associazione ambientalista boccia la proposta urbanistica della giunta Nizzi «Due milioni e mezzo di metri cubi di cemento spalmati su coste già sature»
24 ottobre 2020
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OLBIA. Italia Nostra prende le misure del Piano urbanistico comunale versione Nizzi. 2milioni e mezzo di metri cubi di cemento e cento ettari di nuovo territorio da consumare. Al gruppo ambientalista il nuovo Puc non piace. «In questi ultimi anni Olbia si è distinta nei report annuali elaborati dall’Ispra sul consumo di suolo come esempio negativo. Anche il report 2019 inserisce Olbia tra le città con il più alto consumo di suolo in Sardegna, la terza in valore assoluto. Nel 2018 era la quarta città d’Italia», dice Italia Nostra.
La città che cresce verso l’alto promessa dal sindaco Settimo Nizzi non sembra trovare conferma nel documento urbanistico. «Fino a oggi l’urbanistica di Olbia è stata governata da vetusti programmi di fabbricazione che hanno favorito la costruzione della “città lineare” – aggiunge Italia nostra –. Quello adottato a luglio è un documento di pianificazione con finalità diverse e per molti aspetti contrastanti rispetto a quelle previste dal vigente Piano paesaggistico regionale al quale si sarebbe dovuto adeguare. Le proposte del Puc prevedono di edificare ulteriori 2 milioni e mezzo di metro cubi, una enormità. Appare davvero sconcertante la risposta che si intende dare all’allarmante fenomeno del consumo del suolo, vera e propria emergenza dei paesi industrializzati: a fronte di nessuna crescita degli abitanti effettivi si prevedono nuove aree edificabili per oltre 100 ettari di nuovo suolo da consumare e impermeabilizzare. Un indirizzo che risulta in assoluta controtendenza rispetto alle nuove scelte urbanistiche in campo europeo».
Per Italia nostra le previsioni edificatorie del Puc non sono funzionali al soddisfacimento del fabbisogno abitativo della comunità. «Alimentano esclusivamente il mercato delle seconde case e la speculazione immobiliare – aggiungono il presidente nazionale di Italia Nostra, Ebe Giacometti e il presidente per la Sardegna Graziano Bullegas –. Si prevede di realizzare volumi equivalenti a un incremento della popolazione di 21,5 mila abitanti e ulteriori volumiper circa 6.500 posti/letto nelle zone F turistiche. Ancora cemento sulle coste galluresi, nonostante il comune di Olbia abbia di gran lunga superato la capacità insediativa costiera prevista dal Decreto Floris, ridimensionata dal Ppr. Senza peraltro tener conto della fruibilità ottimale del litorale e delle criticità presenti nelle zone costiere più sensibili. Anziché proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità, il Puc incrementa il carico dei bagnanti sulle coste nonostante gli arenili di Olbia non siano in grado di sopportare un ulteriore carico antropico».
La città che cresce verso l’alto promessa dal sindaco Settimo Nizzi non sembra trovare conferma nel documento urbanistico. «Fino a oggi l’urbanistica di Olbia è stata governata da vetusti programmi di fabbricazione che hanno favorito la costruzione della “città lineare” – aggiunge Italia nostra –. Quello adottato a luglio è un documento di pianificazione con finalità diverse e per molti aspetti contrastanti rispetto a quelle previste dal vigente Piano paesaggistico regionale al quale si sarebbe dovuto adeguare. Le proposte del Puc prevedono di edificare ulteriori 2 milioni e mezzo di metro cubi, una enormità. Appare davvero sconcertante la risposta che si intende dare all’allarmante fenomeno del consumo del suolo, vera e propria emergenza dei paesi industrializzati: a fronte di nessuna crescita degli abitanti effettivi si prevedono nuove aree edificabili per oltre 100 ettari di nuovo suolo da consumare e impermeabilizzare. Un indirizzo che risulta in assoluta controtendenza rispetto alle nuove scelte urbanistiche in campo europeo».
Per Italia nostra le previsioni edificatorie del Puc non sono funzionali al soddisfacimento del fabbisogno abitativo della comunità. «Alimentano esclusivamente il mercato delle seconde case e la speculazione immobiliare – aggiungono il presidente nazionale di Italia Nostra, Ebe Giacometti e il presidente per la Sardegna Graziano Bullegas –. Si prevede di realizzare volumi equivalenti a un incremento della popolazione di 21,5 mila abitanti e ulteriori volumiper circa 6.500 posti/letto nelle zone F turistiche. Ancora cemento sulle coste galluresi, nonostante il comune di Olbia abbia di gran lunga superato la capacità insediativa costiera prevista dal Decreto Floris, ridimensionata dal Ppr. Senza peraltro tener conto della fruibilità ottimale del litorale e delle criticità presenti nelle zone costiere più sensibili. Anziché proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità, il Puc incrementa il carico dei bagnanti sulle coste nonostante gli arenili di Olbia non siano in grado di sopportare un ulteriore carico antropico».