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Arzachena, investì il ladro: è omicidio stradale

Arzachena, investì il ladro: è omicidio stradale

Lucio Filippeddu condannato a 10 mesi  Corte d’appello di Cagliari: responsabilità al 50 per cento

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ARZACHENA. Per la Corte d’appello di Cagliari, Lucio Filippeddu, benzinaio di Arzachena, è responsabile di omicidio stradale. Con questa nuova accusa è stato condannato a 10 mesi di reclusione, pena sospesa. Ma la Corte ha anche attribuito il 50 per cento di responsabilità a lui e il 50 per cento a Franco Muggiolu, sassarese, investito dall’auto condotta dall’imputato che lo cercava nel piazzale dell’area di servizio Fiamma 2000 dopo averlo sorpreso a rubare, insieme a un complice, nel suo distributore.

Filippeddu, difeso dagli avvocati Domenico Putzolu e Gianmarco Usai, era stato assolto in primo grado dal gup di Tempio l’11 novembre 2015. Il 3 aprile 2017, la Corte d’appello di Sassari ribaltò la sentenza condannandolo a 4 anni e sei mesi per omicidio preterintenzionale. La Cassazione ha poi annullato la sentenza di condanna con rinvio alla Corte d’appello di Cagliari, accogliendo il ricorso della difesa del benzinaio. Che ha sempre sostenuto di non aver investito il ragazzo, ma di averlo cercato a bordo della sua auto nel piazzale dell’area di servizio, perché voleva fermarlo.

Filippeddu era esasperato per i troppi furti subiti.

Si era precipitato nel suo distributore verso le 3 del mattino quando era suonato per l’ennesima volta l’allarme: aveva già subito 17 furti, diventati 27 nel 2017 come da lui stesso denunciato. I ladri erano ancora lì, col volto coperto dal passamontagna e armati di piede di porco. Alla vista dell’auto erano fuggiti: il suo complice, Denis Pazzola, di Santa Teresa, verso la campagna, Muggiolu, nel piazzale.

Per i giudici d’Appello, Filippeddu lo avrebbe investito e ucciso. Mentre il dispositivo di primo grado stabiliva che non c’erano prove certe sul contatto tra l’auto e la vittima. Muggiolu – così era emerso dall’autopsia – era morto per la frattura della vertebra cervicale dopo aver picchiato la fronte contro la barriera in cemento che delimitava il piazzale, muretto contro cui si era schiantato anche il Fiorino di Filippeddu.

Ora la sentenza della Corte d’appello di Cagliari, che lo ha condannato contestandogli un altro reato. «Attendiamo di conoscere le motivazioni, riteniamo molto improbabile che sia configurabile il reato di omicidio stradale – dicono gli avvocati Putzolu e Usai – . Ci fa piacere invece che finalmente sia stato riconosciuto il fatto che non abbia agito per ledere, ma si sia trattato di una reazione a un fatto ingiusto (è stata riconosciuta l’attenuante della provocazione), e che la responsabilità non sia stata attribuita interamente a lui, ma al 50 per cento». (t.s.)
 

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